Da Arvogno si scende al torrente Melezzo e si prosegue per il passo Campeia passando per una serie di alpeggi.
Giunti agli alpeggi a quota 1776 (ore 2.15 da Arvogno) si traversa a mezzacosta per giungere alle placche della prima piodata. La si risale sino a quota 2045, si scende a una sella e si prosegue sino a quota 2145. Da qui si prosegue per la cresta a denti di sega con vari sali-scendi, a un intaglio si disarrampica (spit) (III)sino a un colletto. Si affronta l’ultima rampa (II+) sino alla terza risalto (2190).
Restando sul filo si giunge a un bel pino da cui con cordone ci si cala di qualche metro sul lato dx, si costeggia la cresta, si effettua una altra breve doppia (spit) sino al Cannone (III). Da qui la terza doppia (spit) di 12 metri porta al quarto risalto. Si aggira un blocco roccioso sulla dx sino a un evidente diedro che si scala con due brevi tiri di corda sino a una zona leggermente strapiombante (III+). Si evita lo strapiombo finale uscendo a dx e proseguendo poi per un aerea cresta sino a giungere in cima al quarto risalto (2340). Si scende a un intaglio passando per cengie esposte lato sx sotto al quinto risalto (che non si scala) sino alla forcella rettangolare della Porta. Proseguendo a mezzacosta su cengie sempre molto esposte si giunge a una serie di ometti che portano alla vetta.
Discesa: si ritorna alla Porta, prestando attenzione per le pietre mobili ci si cala (spit e cordone, 15 m) sino a una cengia erbosa (altra eventuale doppia su cordoni e chiodo a circa 15 metri dall’arrivo della prima doppia, in piano seguendo la cengia) che porta verso sx a un canale di sfasciumi da cui, ormai fuori dalle difficoltà, si può scendere. Dalla pietraia conviene tagliare verso il sentiero che sale al passo Campeia, (ometti) e da qui si scende agli alpeggi di quota 1776. Il sentiero per lunghi tratti è malagevole e cancellato dai rododendri.
- Cartografia:
- CNS ANTIGORIO
- Bibliografia:
- A.Paleari