S’individuano cinque crestoni principali. Partendo da sinistra, il primo, il secondo e il quinto crestone sono percorsi da vie classiche, utilizzate come “palestre di arrampicamento” fin dagli anni Sessanta.
Il terzo e il quarto crestone sono rimasti per molti anni nell’oblio, forse perché sono un po’ più nascosti e lievemente più corti degli altri. In realtà il terzo crestone offre una scalata assai interessante, più bella e impegnativa di quelle classiche. La cresta è stata percorsa il 6 aprile 2007, da Andrea Parodi, Attilio Francavilla, Franco Di Luca e Ugo Pretelli del gruppo “Geki” di Arenzano, ed è stata attrezzata con alcuni chiodi. La roccia è buona e l’arrampicata molto bella, con tratti facili ma mai banali, alternati a muri verticali e spuntoni difficili. Pur essendo abbastanza continua e marcata, la cresta si eleva di poco dalle pietraie, perciò in molti punti si può abbandonare l’arrampicata senza doversi calare in doppia.
Si sale lungo il piccolo rio ingombro di massi per una cinquantina di metri, poi si piega a sinistra e si prosegue per un ripido costone coperto di alberi e cespugli.
Si giunge così all’inizio di una vasta pietraia.
Si rimonta abbastanza agevolmente la pietraia di grossi blocchi, lasciando a sinistra gli imponenti torrioni del secondo crestone (o “crestone centrale”), puntando dritti (ometti) verso un piccolo spuntone a forma di fungo.
Si attacca il terzo crestone a quota 540 circa, una ventina di metri a monte del fungo.
1) Si rimonta lo sperone roccioso tenendosi nei pressi del filo (III+ ), fino alla base di una parete solcata sulla destra da un diedro irregolare (30 m, chiodo di sosta).
2) Si sale per qualche metro nel diedro, poi si prosegue a sinistra su placca (IV, un chiodo) fino a sbucare su una cresta poco inclinata (15 m).
3) Si sale per cresta articolata e poco inclinata, fino sotto ad uno spuntone verticale (I e II, 40 m).
4) Si supera il primo spuntone alto pochi metri (III+) poi per breve cresta si arriva sotto un secondo spuntone lievemente strapiombante. Salendo sulla sinistra (V, due chiodi) si scavalca lo spigolo e si esce su una placchetta inclinata che porta più facilmente in cima allo spuntone (20 m).
5) Si scende brevemente (un passo di III), poi si scavalca con facilità un altro gendarme (II) e si arriva su una piccola terrazza (15 m).
6) Superando una breve balza (II) si giunge su un’altra terrazza; si sale una parete fessurata (IV) poi si continua per la cresta che diventa via via meno ripida, fino ad uno spuntone di sosta (40 m).
7) Si prosegue lungo la cresta poco inclinata superando brevi balze con divertente ginnastica (passi di II e II+); si sosta su un terrazzo ai piedi di un grosso spuntone formato da due risalti lievemente strapiombanti (50 m).
8) Si supera direttamente il primo muretto alto circa tre metri, verticale ma fessurato (V atletico, un chiodo) e si esce sulla cengia sotto il secondo muro che si presenta assai ostico: per evitarlo si traversa a destra per qualche metro fino allo spigolo nord; si sale facilmente fino ad un chiodo e poco sopra si traversa a sinistra in piena esposizione (passo di V-), infine per rocce più facili si arriva in cima al risalto (15 m).
9) Giunti alla base del torrione successivo, si attacca un poco a destra e si va a prendere una bella lama orizzontale (IV, un chiodo), si fa un passo a sinistra poi si sale dritti su placca compatta (un passo di IV+); si prosegue per rocce più facili (III) e, superando un breve strapiombo (passo di V, un chiodo), si guadagna la sommità del torrione (30 m).
10) Si percorre una cresta quasi orizzontale, si aggira a sinistra un piccolo spuntone strapiombante e si arriva su un terrazzo (I e II, 30 m). Qui la cresta si esaurisce sul fianco settentrionale del secondo crestone.
11) Si sale facilmente per massi e gradini fino sotto una balza posta sulla sinistra (30 m).
12) Si scala il muro sulla sinistra munito di buoni appigli (III) fino ad uscire sul secondo crestone che qui diventa discontinuo (15 m).
13) Si prosegue lungo il crestone con tratti elementari alternati a brevi balze divertenti (II) fino ai piedi di un lastrone fessurato.
14) Qui si presentano due possibilità: si può superare direttamente il lastrone (passo di III+) oppure, traversando a destra su una cengia, si arriva ai piedi di un diedro squadrato posto sul lato nord, che offre una bella arrampicata atletica (V e IV+) da proteggere con friend piccoli.
15) Si continua per rocce facili fino a sbucare sul contrafforte sud-est del Bric Camulà a quota 770 circa.
Discesa:
si può scendere direttamente lungo il contrafforte sud-est per tracce, fino ad incontrare il sentiero della “via diretta al Monte Rama”, oppure si può salire a destra per divertenti saltini rocciosi fino in cima al Bric Camulà: dalla vetta un sentierino segnalato con ometti scende verso ovest fino al sentiero della “diretta”.