La via vince l’ampio e ipnotico diedro sul fondo del quale era stata già aperta la via “Bocca di lupo” (v. it. n. 69805) con percorso pressoché parallelo ma ben distanziato, che sale sulla sua faccia sx (quella più in ombra) a poca distanza dallo spigolo, per placche molto aeree e compatte.
Si prosegue quindi a piedi per una strada privata che piega verso Sud. Dopo aver attraversato un piccolo corso d’acqua – e prima del cancello che chiude definitivamente la strada – si esce quindi a sx per sentiero (segnavia banda gialla) che aggira a monte una casa isolata, e guadagna infine una panoramica spalletta, da dove si scorge l’alto corso del torrente Orba, e i rocciosi versanti che lo racchiudono (15 minuti circa di cammino). Il sentiero prosegue quindi in riva dx orografica, fino ad affacciarsi sull’ombroso versante settentrionale della Rocca dei Canaloni che, dall’opposta sponda, scende quasi a sbarrare il corso del torrente, costringendolo all’interno di una breve ma molto sinuosa gola.
Il sentiero inizia allora a traversare su ripido pendio, con percorso più stretto ed esposto, protetto da un paio di corde fisse disposte a mancorrente. In pochi minuti, si giunge così a monte della gola, dove il sentiero intercetta un evidente “block-stream”.
Qui la vista spazia sul versante più meridionale della Rocca, a monte del quale si stacca un più elevato corpo di roccia, caratterizzato da un ampio e ipnotico diedro, con la faccia di dx rivolta a levante, ben illuminata dal sole già nelle prime ore del mattino, e quella di sx più in ombra, dove sale questa via.
Scesa la colata di detriti e guadato il torrente (ometti) si risale quindi brevemente l’opposta sponda, costeggiando prima il versante più meridionale della Rocca (dove attaccando le vie “Cornotorrione” e “Fertobon”: v. it. n. 70795 e n. 69430) e attraversando poi un bel boschetto, fin sotto la verticale dell’ampio diedro (ulteriori ometti). Si risale allora per breve pendio erboso fino alla base della struttura (che qui forma una caratteristico grottino tappezzato di edera selvatica) per poi aggirarne lo spigolo verso dx e, poco oltre, guadagnare un masso appoggiato a formare una specie di ponticello, dove attacca la via (targhetta di metallo).
L1 – 15m
Partenza un po’ esplosiva, sulla verticale del masso appoggiato alla bella placca monolitica.
Seguendo alcune più profonde screpolature, si giunge quindi a lambire lo spigolo, per poi ritornare verso il centro della placca, a poca distanza dal punto più basso di una fascia strapiombante, dove è stata attrezzata la sosta (V poi IV+; primo passo proteggibile con un nut; poi 4 ch. e 1 cl. con cordino; sosta su 2 fix da collegare).
L2 – 25m
La fascia strapiombante si vince proprio nel suo punto più basso, da sx verso dx, afferrando un bel naso sporgente, che consente poi di ristabilirsi su placca molto compatta e delicata (V+; 3 ch.).
si prosegue quindi in verticale per rocce progressivamente più abbattute e gradinate, fino a quando un ultimo muretto invita a traversare nuovamente verso lo spigolo, per scovare un più agevole passaggio; raggiunto così il soprastante panoramico terrazzino, si prosegue per una rampa erbosa che riporta verso dx, fino alle rocce sommitali (dal IV+ al II; 4 ch. e 1 cl. con cordino; sosta su 1 fix collegato a 1 cl.).
Discesa:
A piedi o in corda doppia sulle soste della via, come per tutte le altre vie del settore.