La via risale l'ultima placconata dell’intera bastionata delle Rocche dei Canaloni, in riva sx orografica del torrente Orba, nel punto localizzato più a Sud rispetto all'intero complesso di serpentinoscisti.
Materiale: NDA
Arrivati in paese, si svolta a sinistra in direzione della chiesa (possibile rifornimento d'acqua presso la fontanella dei campi da bocce). Si prosegue in discesa per circa 1,5 km e si raggiunge la piccola borgata delle case Ravugna (B&B La Casa Inglese).
Si lascia qui l'auto, senza creare intralcio ai gentili signori che ivi risiedono.
Si prosegue a piedi, in direzione del fondovalle, fino alla Casa Canai. Prima del cancello, sulla sinistra, si imbocca il sentiero Vara-Faiallo-Reixa (segnavia linea gialla orizzontale, palina in legno "Faiallo"). In corrispondenza, dopo alcune centinaia di metri (10-15 minuti), di alcune "corde fisse", il sentiero pianeggiante svolta in direzione sud, risalendo sempre parallelamente il corso dell'Orba, aprendosi sulle ora evidenti Rocche dei Canaloni.
Attraversata poco dopo una zona detritica, si prosegue lungo il sentiero fino a passare sotto alla targhetta in acciaio della via "Pilastro del Tramonto" (https://stage.gulliver.it/itinerari/canaloni-rocca-dei-pilastro-del-tramonto/).
Si prosegue ancora in direzione Sud, fino a che, dopo un centinaio di metri, il sentiero si porta nel suo punto di più basso, costeggiando il fiume Orba nei pressi della sua seconda ansa, che volta ora verso Est. Si abbandona quindi la traccia con segnavia giallo, portandosi proprio nei pressi dell'ansa del fiume, attraversandola e puntando agli affioramenti di serpentinite che si scorgono dal bosco. Risalendo per una trentina di metri il bosco (ometti) si raggiunge il primo affioramento intercettando una traccia che risale il bosco verso destra. Dopo pochi metri in piano, per ometti, si risalgono alcuni massi mobili fino a raggiungere la base di una parete nerastra. Si risale la cengia erbosa verso sinistra fino a portarsi alla base di un diedro nero ed appoggiato. Chiodo con cordino rosso all'attacco.
L1 20mt – Si attacca la placca nera sfruttando da subito la fessura a sinistra per proteggersi e continuando sulla sua verticale (IV, 3ch). Ci si sposta quindi in traverso verso sx (fessura sopra il terzo chiodo) aggirando il tettino e guadagnando una più facile placca lavorata (III), portandosi sul filo dello spigolo. Da qui ci si ribalta sulla successiva placca soprapposta a sinistra, la quale ospita i due spit di sosta.
L2 15mt – Puntando sempre alla verticale, risalire dapprima la facile placca (III, III+), prima al centro e poi portandosi sul suo margine destro, per poi ristabilirsi sotto ad un muro eccezionalmente compatto, tagliato in due da un’esile fessura. Usciti a destra di quest’ultima con passo delicato sui piedi (V+, 1ch) ci si ristabilisce su esile cengia e qui alla sosta (2 spit).
L3 15mt – Spostandosi un passo a sinistra sulla cengia, ci si porta all’imbocco del soprastante camino (1ch). Alzandosi a mezzo busto al suo interno, con passo atletico ci si eleva ancora cercando un appoggio valido per i piedi sulla sinistra (V). Da qui, con passo in traverso povero di appigli ma su un buon bordo in appoggio, si cerca con gli occhi la placca dietro allo spigolo (1ch), scavalcandolo e trasferendosi così passo delicato ed esposto sulla base della placca finale. Si risale su piccole gocce di serpentinite (V+) fino ad un masso incastrato che sporge dalla parete (IV, 1ch) guadagnandosi una comoda nicchia. Un passo in traverso verso destra conduce ad una nicchia gemella e quindi al passo di uscita, verticale ma ben appigliato (V).
Discesa: 2 doppie da 30+15 (o una da 45 ma rischio incastro corde) lungo la via.