Della piazza di Scandosio, seguendo i bolli rossi, risalire fra le case, il sentiero, con andamento pianeggiante porta al torrente Servino, dove si attraversa su un ponte in legno e si immette sulla strada; seguire quest’ultima fino al suo termine dove inizia la bella mulattiera che con una giravolta arriva sulla balza da dove un bel ponte supera nuovamente il torrente Servino proprio in corrispondenza di un bel gioco d’acque. Il sentiero si alza nel bel bosco di faggi e larici e con andamento parallelo al torrente, giunge alla borgata Servino; salendo fra le case si percorre un breve tratto su prato, si passa sotto il porticato di una cappella e si giunge al canale dove scorre il rio Cormet e dove inizia il sentiero per il Colle delle Barre, proseguendo sulla mulattiera si giunge alla borgata Fontana. Seguire il sentiero che pianeggiante attraversa la borgata, passa vicino alla grande fontana d’acqua che dà il nome alla borgata e porta al ciglio del torrente, piegare a sinistra percorrendo il ciglio del torrente fino in fondo al piano dove a sinistra inizia a salire il pendio erboso con diverse ampie giravolte, guadagnando la dorsale in prossimità delle baite di quota 1697. Dalle baite, seguire la traccia su dorsale e dopo una cinquantina di metri, piega a destra e con un lungo traverso pianeggiante giunge alle baite Ghiavin m. 1755, proseguire in piano sul sentiero, attraversare il rio principale, seguendo la traccia di animali, guidati da ometti in pietra, si superano altri due piccoli rii e si giunge sul prato dell’Alpe Bora Freida. Salire ora su vaghe tracce nel prato, in direzione della baita; raggiuntola, stando sul lato sinistro, guardando a monte, si sale fra i rododendri nella zona centrale, pervenendo in un piano erboso, superarlo con un semicerchio da destra a sinistra, seguendo gli ometti, ci si immette nella bassa vegetazione, ora su traccia più marcata si va ad attraversare il piccolo rio, si risale il lato opposto in modo parallelo al rio, fino ad uscire dalla bassa vegetazione, su terreno più aperto, dove si sale su rada pietraia facendoci guidare da ometti in pietra, si punta al colle ormai vicino e visibile. Puntare al conoide ricoperto da piccoli rododendri, risalire il pendio, seguendo vaghe tracce di animali, su terreno ripido, che portano all’intaglio fra le rocce del Colle della Bora Freida. Seguire ora la cresta nord-est del Monte Canaussa, primo tratto erboso, poi iniziano le rocce rotte ed eventualmente aggirando le più rognose, raggiungere la vetta del Canaussa. Discesa lungo lo stesso percorso fatto in salita.
- Cartografia:
- MU Edizioni Carta della Valle Soana
- Bibliografia:
- CAI-TCI Emilius Rosa dei Banchi