Prima di attaccare la via ferrata, salita su sentiero per circa una decina di minuti (tanto per fare un pò di riscaldamento). Ben segnalata la via di accesso. Ferrata divisa in 2 tronconi. L’inizio della prima parte ( circa 13 del percorso) senza grandi difficoltà e progressione ottimale ( da PD a AD), fino alla partenza del primo tiro. Da qui, bella parete a strapiombo, con alcuni tratti esposti. Il tiro sale quasi in modo diretto, pochi traversi se non per trovare linea migliore. Anche le staffe metalliche per la salita, sono state messe in modo ottimale e dove non sono stale locate è perchè la natura a fatto il suo corso ( buoni appigli e sporgenze, qui il percorso diventa un D). Quasi al termine del primo tratto, troviamo di nuovo una linea semplice , che ci porta sul ponte delle scimmie, un percorso di una decina di metri su cavo metallico. Da qui inizia la seconda parte dell’intinerario. Un traverso ( PD) facile ci porta alla base del secondo tiro. Qui la musica cambia. Un bel tratto esposto, con un traverso che porta a salire ( un bel D+), la progressione in salita da le sue emozioni. Questo bel tratto ( comprende quasi i 23 del secondo tiro) ci porta verso vari strappetti fino in cima (AD PD). Qui ai alternano fasi più tranquille ad altre con un pizzico di soddisfazione in più. Per la salita il tempo e di circa 1ora e mezza (minuto + minuto -). La discesa, invece è un pò la pecca di questo intinerario. Vuoi perchè è poco battuta o perchè la il sentiero ,con i suoi ghirigori ti fa umbriacare, o la segnalazione non è così istintiva fa perdere un pò di punti a questo intinerario.
Di nuovo in compagnia con mio compagno di (dis)avventure Ale, che anche quando è impegnato in salite toste non perde mai la voglia di fare conversazione, senza dubbio non ti fà sentire il peso del percorso ( anche perchè lui fa sempre facile tutto… Beato lui)