New born in Gran Dubbione! Ridicolo avvicinamento di 260m di dislivello per 11 tiri di roccia vergine (circa 300m). La via è nata come itinerario da percorrere in scarponi o scarpe da approach e quindi cerca il facile, da prendere come una Pa pi que quattre alla Gran Guglia o le vie del Musinè. Se cercate continuità, grandi pareti o gradi sostenuti, andate pure da un’altra parte, se invece volete scoprire un posto relativamente nuovo, fare 4 passi in un bel vallone e scalicchiare su gradi decisamente no big, fateci un pensiero.
Abbiamo messo più di 40 fix di via, in modo che la si possa percorrere solo con 6 rinvii (max 5 fix per tiro ma in alcuni, es L2 e L7, conviene allungare la prima protezione). Necessari cordoni per unire le soste. Una corda da 30m è sufficiente per tutti i tiri, se volete essere cautelativi prendete una mezza da 60 usata doppiata e potrete anche calarvi sulla via (possibile ma non consigliabile).
La chiodatura permette di azzerare (eventualmente) i passaggi di IV mentre la partenza di L4 abbiamo deciso di attrezzarla brutalmente con una corda fissa per uniformare le difficoltà delle via (inutile avere 3m>V+ su una via max 4c). Ovviamente siamo aperti a critiche/commenti riguardo a gradazione&co.
Attualmente alcuni tiri potrebbero risultare ancora un po’ sporchini o impolverati (in particolare partenza di L2, parte finale di L4, inizio di L7 e L9) e su L3 e L10 occorre ancora un po’ di attenzione su cosa tirare, niente che un po’ di pioggia e un po’ di frequentazione non possano migliorare.
In cima non aspettatevi un crocione come al Musinè: ci sono solo 4 pietre accatastate da noi, un barattolo di caffè col diario di vetta e un panorama spettacolare su Monviso e pianura cuneese.
La discesa all’inizio ha rappresentato un po’ uno spauracchio, perché ravanare nell’erba alta non piace a nessuno: in realtà a suon di seghetto e cesoie abbiamo ripristinato un vecchio sentiero dimenticato e a parte 100m di prati ripidi, il resto della discesa si svolge su tracce (in alto) e un bel sentiero (in basso), con tanto di vecchia carbonaia e muretti a secco (non aspettatevi comunque il GTA).
Noi abbiamo spesso “lavorato” dopo giorni di pioggia, trovando sempre la via asciutta e percorribile dopo poche ore di sole, calda nonostante giorni di vento teso da NW. In più il posto non è particolarmente nevoso (negli ultimi anni), quindi la via si presta bene ad essere percorsa anche i inverni secchi (eviterei invece da giugno a settembre se non volete poi giocare ad “acchiappa la zecca”).
3 giorni di lavoro sostenuto, tante nocche sbucciate, qualche dito ammaccato, diverse centinaia di improperi e tante risate, la cresta del Plutonio è pronta!