Conca terminale ancora completamente innevata, ramponi non necessari perchè morbidamente dura, utili per una veloce discesa. In realtà sulla cresta si cammina sempre, tranne un intaglio di circa 5 metri sul suo stretto filo (da cui diparte un sinuoso canalino, 45 ° nella prima breve parte) ma fino a 10m lato argentera, posto al termine di un vasto e caratteristico pendio erboso, il cui spuntone molto aggettante suggerisce un ragionevole aggiramento lato argentera. Risalibile invece al ritorno, in discreta esposizione, II+ se leggermente lato argenterà, molto di più se proprio sotto lo spuntone.
Dopo “ozhi” marittimi e bagordi romani (o viceversa, non ricordo) un gradito rientro su un percorso oggi colorato come pochi. Erba molto alta (che verrà spazzata dai greggi entro settembre) fiori, decine di mq2 di rododendri. Vento teso e freddo in cresta. Meteo buono. Proseguito brevemente dalla seconda vetta (la più elevata) verso il passo di Rodoretto (anticima esposta) in tempo per udire un boato di cannone: un enorme masso staccatosi circa 50m sotto la mia perpendicolare con relativo fracasso e nebbia da risucchio di detriti. Cancellata definitivamente l’indicazione errata per il passo della Capra.