Da effettuarsi con giornate molto lunghe perché si può stimare un tempo di 13 ore.
Dal Parcheggio del Rif. Poschiavino si costeggia con la comoda strada il lago di Campo Moro sino alle indicazioni che invitano a salire alla diga successiva per poi sbucare sul più ampio lago di Gera.
Tenere il lato sinistro orografico del lago su comoda mulattiera sino ad oltrepassare il bivio della Val Poschiavina che si tralascia ,mentre si prende il sentiero per l’alpe Gembre. Da qui “piccola” deviazione sino al Pass da Canfinal dove è situato il Bivacco Rusconi-Anghilieri(2654 m) (sempre aperto e in buono stato).
Si ritorna all’alpe Gembre e si scende alle origini del lago dove una moltitudine di torrenti si superano grazie ad altrettanti ponti in legno. Si ricomincia a salire e si perviene in breve al bel Rifugio Bignami (2401 m).
Alle sue spalle parte il sentiero che transitando dall’Alpe di Fellaria, punta alla Bocchetta di Caspoggio(2983 m),attraversando alcuni nevai. Si scende sul versante opposto su ghiacciaio facile e non crepacciato. Scesa anche la morena si raggiunge la quota 2732 da dove si punta al grande rifugio Marinelli – Bombardieri(2813 m), già ben visibile. Adesso si perde gradatamente quota e si entra nel vallone di Scerscen dalla spiccata caratteristica glaciale.
Il sentiero non scende sotto i 2400 metri e raggiunto il torrente che scende dalla vedretta di Scerscen, le tracce iniziano a salire alcuni gradoni rocciosi e cenge perentrare sul ghiacciaio vero e proprio.
Da qui alto sulla cresta si può già vedere il Rifugio Entova Scerscen (2957 m., chiuso e pericolante) che si può raggiungere o puntando ad un evidente colletto glaciale, o risalendo i nevai di sinistra e iniziando la cresta rocciosa che necessita di alcuni aggiramenti molto prima .
Dal Rifugio si scende con il sentiero precario e instabile sino al laghetto sottostante dove nei pressi sorgeva la teleferica del rifugio , anch’essa abbandonata. Ora con tracce di sentiero si tagliano i ripidi pendii che scendono dal Sassa d’Entova e superano una serie di canaloni ripidi per arrivare al rifugio Longoni ( 2430 m).
Altre tracce portano di nuovo nella direzione da dove siamo arrivati ma ad una quota più bassa sino a raggiungere una strada sterrata. Si sale un breve tratto sino ad un tornante della strada da dove si stacca un sentiero ben segnalato da bolli di vernice e che attraversa numerose pietraie, ma quasi sempre senza troppi dislivelli. Si raggiunge l’alpe Sasso Nero (2304 m).
Tra massi e pini mughi preludio di un ultima salitina in questo altopiano roccioso. Finalmente si inizia a scendere più bruscamente quando si è alla vista del lago Palù, che si arriva a sfiorare toccando l’Alpe Roggione (2007 m).
Si ricomincia a salire puntando ad una evidente selletta boscosa (Bocchel del Torno 2203 m)già ampiamente inglobata nei tracciati delle piste. Infatti si scende proprio una pista sul versante opposto sino a poco prima di una malga abitata dove un cartello con indicazione Campo Moro ci immette in una zona di piani boscosi alternati a radure e ruscelli. Districarsi nel reticolo di sentieri può non essere semplice ma è consigliabile di ritardare il più possibile a perdere quota.
Prima dell’alpe Campascio si svolta a destra e ci si immette in un’abetaia che in piano prima e in leggera discesa poi taglia i pendii meridionali del Sasso Moro per arrivare alla strada sterrata sottostante la Diga di Campo Moro.
- Cartografia:
- Carta Kompass N°93 1 : 50000