Dalla Piazzetta della Chiesa di Cassone si segue per un centinaio di metri la strada regionale (attenzione al traffico). Si trova il piccolo fiume Aril che sbocca nel lago dopo soli 175 metri dalla sorgente con una bella cascatella di notevole forza. Si risale ora una ripida strada asfaltata fino a trovare dopo circa 200 metri le indicazioni del sentiero 31. Dopo il passaggio sotto dei caratteristici volti in pietra, il sentiero costeggia dei terrazzamenti a ulivi per immettersi in una stradina. La si attraversa e da qui la mulattiera sempre larga e lastricata sale costantemente tra ulivi e campi terrazzati con sempre la vista sul lago e la sponda bresciana. Si trovano lungo il percorso dei borghi ora abbandonati e vari capitelli votivi, purtroppo in cattivo stato. Si possono notare i segni lasciati dalle ruote dei carri che per secoli hanno percorso questi sentieri. Si arriva alla chiesetta di S. Antonio delle Pontare mt 431 in un bel boschetto con fontana, panche e un ampio portico riparato. Da qui la mulattiera scende per un tratto molto ripidamente fino a una casa dopo si piega a sx e più dolcemente con vari saliscendi si giunge al borgo semi-abbandonato di Campo. C’è un progetto di ristrutturazione, ma per il momento solo due case sono abitabili. Da vedere la chiesetta del borgo, detta di San Pietro in Vincoli, che ospita affreschi del 13° secolo. Proseguiamo oltre il borgo e sempre per mulattiera scendiamo alla borgata Fazor e per un breve tratto asfaltato a Castelletto, altro paese lungo la gardesana.
La cosa più interessante dal punto di vista storico è la chiesetta della borgata Campo dedicata a San Pietro in Vincoli.
La borgata viene nominata già dall' anno 1023 e anche varie volte nei secoli successivi. Nel 1713 viene visitata dal vescovo GIovanni Barbarigo, che persona di grande cultura qual'era, ne notò l'abbandono: venivano celebrate solo 4 messe l'anno. Quindi più che una chiesa di borgata, era un oratorio.
Quello che impressiona, è il ciclo di affreschi che decorano l'interno.
L’edificio, la cui costruzione dovrebbe risalire alla metà del XIV secolo (la facciata è stata interamente ristrutturata nel XVIII secolo) presenta al suo interno un vero e proprio ciclo frescale, opera del maestro Giorgio figlio di Federico da Riva, come attesta l’iscrizione absidale con la data del 1358.
Poiché era consuetudine che gli affreschi venissero eseguiti a compimento dei lavori architettonici, si può pensare che quella data, 1358, sia anche la data conclusiva dell’edificazione dell’edificio, sulla cui titolazione la documentazione porta due declinazioni: San Pietro di Campo e San Pietro in Vincoli. Almeno per ora, non ci è dato sapere quando si sia passati da San Pietro di Campo (attesto fino alla visita pastorale del vescovo Barbarigo nel 1713) e quella di San Pietro in Vincoli.
Fonte: Fondazione Campo Brenzone del Garda
- Cartografia:
- Carta Cai sez. varie MOnte Baldo foglio sud 2