La via è protetta a fix e qualche raro chiodo. I fix di Crocas sono degli inox in ottimo stato, su Valdemosso troviamo degli zincati in buono stato. È necessario integrare con friend, consigliata una serie 0.3-3 BD. Necessarie le mezze corde (60m) per scendere in doppia.
Roccia di ottima qualità, purtroppo un po' sporca e polverosa (altrimenti non sarebbe nera ) e a tratti parzialmente disturbata dalla vegetazione (non particolarmente pungente, ma comunque da domare). Sicuramente la scarsa frequentazione della parete non aiuta a mantenere l'itinerario pulito. Spero che questa relazione sia di stimolo anche ad altre cordate. La via merita, la parete è abbastanza tranquilla (con eventuale vista sulle "prove speciali" delle auto sportive sulla SS dello Spluga) ed è sicuramente di comodo accesso.
Dal parcheggio attraversare il ponte e prendere a dx la mulattiera di fondo valle. Dopo qualche centinaio di metri, superato un grande masso, parte il sentierino (sulla sx) che porta alla base della parete (cartellino castello e bolli rossi). La traccia non è molto marcata, ma il percorso è bollato per bene. 10-15 minuti e si è sotto l’estremità destra della parete.
L’attacco della via è posto all’estrema sinistra della parete. Raggiunta la base della parete con il sentiero la si costeggia verso sx (faccia alla parete), superando i tetti gialli e, risalendo un ultimo tratto ripido, si arriva in corrispondenza di un avancorpo che forma un camino/canale con la parete. Qui si individuano facilmente delle enormi lame adagiate alla parete e una targa in ottone appoggiata alla base della via Alberto. La via Alberto è la prima a sx appena sopra la targa, pochi metri a dx parte Crocas (un fix basso segna l’attacco) e poi più a dx Valdemosso. Al termine della cengia si trova l’attacco di Polifemo.
- L1 – 6a+ (sostenuto) 25m Si seguono i fix fin sotto ad un tettino che si supera con un passo difficile (che lo fa diventare “sostenuto”). Quindi si segue la larga fessura/lama verso destra (da proteggere), fino a raggiungere la cengia alberata dove si sosta (fix con anelli di calata).
- L2 – 6b+ 20m Si supera una difficile placca ben protetta, si prosegue appena a sx di un cespuglio (con cui si deve un po’ litigare) e quindi più facilmente per lame e risalti (fix) leggermente a dx fino in sosta su cengia (sosta a fix)
- L3 – 7A 30m ci si sposta a sx verso il diedrino nero su erba. Si sale sfruttando il diedro e lo spigolo (consiglio di pre-rinviare il secondo fix, altrimenti poco raggiungibile) e poi si rientra a dx con delicato traverso. Per roccia più facile si raggiunge un fix. Da qui ci si innesta su valdemosso (crocas prosegue appena a sx delle teppe erbose, su placca ripida, fix inox ben visibili). Con una traversata a dx in placca non protetta (6a/+ 5-6m circa) si raggiunge il fix di valdemosso alla base di una fessurina, per la quale si prosegue fino al suo termine. Con un ultimo difficile passo a sx (ben protetto, ma ostico) si raggiunge la sosta del tiro. Con un po’ di mestiere l’obbligato non supera il 6b., per passare in libera è richiesta un po’ di tenacia e fantasia. (sosta su 2 fix).
- L4 – 6a (+++?) 35m si affronta subito un passo difficile (6a+++?) per superare il tettino sopra la sosta verso dx (il fix è nuovo, forse il percorso è stato leggermente rettificato). Si prosegue per diedrini e placchette (protezioni in parte da integrare) fino a superare una serie di tetti arrivando in sosta (a fix)
- L5 – 6b 50m il tiro è abbastanza articolato e un po’ sporco (licheni e teppe erbose). Come indicazione generale si segue una diagonale verso sx cercando il facile. Su questo tiro le difficoltà sono concentrate nel superamento del muretto sopra il primo fix. Il secondo fix è un po’ distante, sopra un tettino, procedere con attenzione. Dal secondo fix si segue in diagonale a sx la roccia lavorata fino a rimontare su teppe erbose, per poi puntare al boschetto soprastante (un paio di fix da integrare). È necessario un po’ di intuito nella ricerca del percorso. Giunti agli alberi si procede quasi in traverso orizzontale verso sx assicurandosi alle piante, puntando all’evidente cengia alberata dove si sosta
- L6 – 6a 30m lungezza in placca lavorata molto bella, il tiro è in diagonale verso sinistra. Si seguono i fix evidenti, senza grossi problemi, facendo buon uso dei tanti knobs che costellano lo scivolo. La sosta si trova sulla cengia con una grossa pianta, già visibile dalla sosta di partenza. Sosta su due fix un po’ alti sulla sx.
- L7 – 6b (NON PERCORSO – tiro sconsigliato sulla guida, abbiamo deciso di calarci da S6 come indicato sulla relazione del libro versante sud)
Discesa
Da S6 si fa una prima doppia fuori via dritta fino a raggiungere un boschetto su una larga cengia sotto i tetti. Spostandosi leggermente a dx (faccia a monte) sulla cengia si arriva ad un grosso albero cordonato dove si sosta (40m abbondanti circa). I cordoni ad aprile 2021 erano nuovi, portare comunque un cordino lungo e una maglia rapida/moschettone per eventuale rimpiazzo.
Da qui si esegue una breve doppia, di 20m circa, abbastanza in diagonale verso dx (faccia a monte). Tenersi al di sopra dei cespugli presenti sulla placca sottostante ed aiutarsi con gli alberi per progredire (c’è un po’ da battagliare). La sosta è costituita da 2 fix con anello vicino ad una vecchia sosta con spit arrugginiti ed è posta alla fine del diedro di roccia gialla, che poi va a formare il tetto ad arco che taglia quasi in orizzontale tutta la struttura. Da qui ci si cala lungo la via Alberto che corre una decina di metri a sx (faccia a monte) rispetto all’itinerario di salita. Dalla S2 si arriva comodamente a terra facendo attenzione a non muovere il precario equilibrio dei lamoni posti a sx dell’attacco della via Alberto.
- Bibliografia:
- Valchiavenna Rock - Versante Sud