La vetta è costituita da due cime: la cima ovest (m 3771), facilmente raggiungibile, e la cima est (m 3777) che si raggiunge con itinerario roccioso abbastanza aereo e non banale (passaggi di II/II+). Corda da 30 m indispensabile.
Dal rifugio Vittorio Emanuele seguire il comodo sentiero che sul filo della morena porta verso il colle del Gran Paradiso 3345m. Arrivati alla base del colle, cercare il punto più alto del nevaio per evitare il pericoloso e ripido pendio di sassi e ghiaia.
Giunti al colle, scendere di qualche decina di metri fino a toccare il ghiacciaio di Noaschetta, qui privo di crepacci.
Con un lungo traverso su neve il più possibile a ridosso della Cresta Gastaldi, andare a toccare la bastionata rocciosa a sud della Punta di Ceresole. Salirla nel punto in cui forma una balconata rocciosa sovrastante il ghiacciaio, quotata 3290.
A questo punto si può arrivare anche dal bivacco Ivrea con più o meno lo stesso dislivello e lo stesso sviluppo che dalla Valsavarenche.
Senza percorso obbligato salire spostandosi leggermente verso est. Dopo pochi metri una cengia detritica porta ancora più a est, fino a trovarsi di fronta alla Becca di Noaschetta.
Salire ancora per massi instabili fino a raggiungere il nevaietto che cinge a sud la pala rocciosa della Punta di Ceresole. Salire sul nevaio tenendo il bordo sinistro (ovest, alcuni ometti in loco).
Alla fine del nevaietto prendere lo spigolo roccioso che porta verso il Colle di Chamonin 3699m. Salire il suddetto spigolo con rocce non propriamente stabili, fino all’altezza del colle. A questo punto, puntare decisamente verso la vetta, con bei passaggi di II ed in un paio di casi di III.
La roccia man mano si sale tende sempre di più al rosso e migliora in qualità. Arrivati alla selletta tra le due cime gemelle, è possibile vedere la parete nord innevata sul lato opposto. La vetta vera è il torrione rosso ad oriente, ma difficilmente scalabile da questa punto. Comunemente viene salita la cima occidentale di poco più bassa.
Per salire la cima orientale, dal colletto fra le due cime scendere di qualche metro e traversare verso est lungo il versante sud, costeggiando la cima est. Appena possibile risalire e raggiungere la cresta est, quindi tornare indietro verso ovest sul filo di cresta. Uno stretto intaglio poco prima della cima costringe a fare una doppia (cordone sul posto) di 5-6 m e a risalire. Sulla vetta si trova il classico triangolino del CAI di Rivarolo.
Discesa: dalla cima orientale con una doppia di 10-12 m circa (cordone sul posto), nel vuoto gli ultimi metri, si scende direttamente verso ovest all’intaglio fra le due cime, da dove si ritrova il percorso dell’andata, quindi seguire lo stesso itinerario, tenendo presente che non sono presenti ulteriori ancoraggi per doppie in loco.