- Accesso stradale
- Ok, parcheggiato a Tasch, treno per Zermatt, impianto fino allo Schwarzsee
Dallo Schwarzsee siamo discesi in direzione della Schönbielhütte (attualmente non è possibile raggiungere l’attacco della cresta dalla Hornlihütte passando sotto la parete Nord), e non appena possibile abbiamo cominciato a tagliare con una lunga diagonale verso sinistra lo Zmuttgletscher, su percorso davvero poco agevole, fino a intercettare una vaga rampa detritica ascendente a quota 2550 m circa. Rimontata, ci sono venuti in aiuto alcuni bolli rossi e qualche ometto, che ci hanno permesso di arrivare ai piedi del Tiefmattengletscher. La risalita di quest’ultimo è tutt’altro che comoda, ghiaccio nero durissimo e diversi sfasciumi. In prossimità del Lonza biwak, abbiamo risalito un canale davvero orrendo, credendo si trattasse della soluzione corretta, salvo poi accorgerci di aver sbagliato ed essere quindi obbligati a prendere una lunga cengia verso destra per arrivare abbastanza comodamente alla base del secondo couloir (foto).
Inizialmente il canale è da risalire direttamente (gronda parecchia acqua di fusione), poi si piega con una diagonale verso sinistra fino a raggiungere il culmine della cresta (terreno molto franoso, placche compatte sporche o bagnate, alcune scariche). Qui abbiamo bivaccato per la notte in un paio di comode piazzole.
Il giorno seguente i Denti di Zmutt non ci hanno dato particolari problemi, la roccia è quasi sempre mediocre, rari bei passaggi, si trova qualche chiodo e una manciata di spit/fittoni, la doppia è evitabile disarrampicando.
Una volta giunti alla base del Naso di Zmutt, abbiamo seguito una cengia verso destra per 50 m entrando in parete (foto), poi siamo risaliti per una rampa detritico/rocciosa in leggera diagonale verso destra fino a intercettare una cengia (forse la famosa Galleria Carrel), che abbiamo seguito per intero verso sinistra (foto) fino al suo termine in prossimità di un comodo terrazzino (facile ma terreno delicato).
Ritornati in cresta abbiamo calzato i ramponi e ci siamo spostati sul versante Nord, superando direttamente o aggirando con dei tratti in misto i brevi risalti fino in cima (un chiodo).
Discesa infinita dalla normale svizzera e rientro a Tasch prima che chiudesse l’impianto dello Schwarzsee.
Materiale consigliato: corda da 50 m, una serie di friend BD dallo 0,2 al 2, alcuni rinvii, cordini, una piccozza tecnica, chiodi (in via ne abbiamo trovati 8) per un’eventuale ritirata, che comunque ci è sembrata impossibile già dopo il superamento del Tiefmattengletscher.
I nostri tempi: 7 ore Schwarzsee/piazzole, 4:40 ore piazzole/cima, 5 ore cima/Hornlihütte.
Parere personale: una bellissima salita dove le ridotte difficoltà tecniche vengono sostituite dal forte ingaggio, dai pericoli oggettivi e dalla complessità di accesso e individuazione del percorso soprattutto nel tratto di avvicinamento.
Ambiente incredibile e severo in uno degli angoli più appartati e selvaggi del Cervino.
In ottima compagnia di Gianluigi alla nostra prima volta legati insieme, entrambi amanti dei bivacchi sotto le stelle e delle salite poco frequentate.
Ad maiora semper!