- Accesso stradale
- taxi da GLACIER (Valpelline) a Courmayeur
- Osservazioni
- Nessuno
- Neve (parte superiore gita)
- Primaverile/trasformata
- Neve (parte inferiore gita)
- Primaverile/trasformata
- Equipaggiamento
- Scialpinistica
Raid Ufficiale del Gruppo sci-alpinistico del CAI-Uget Torino. Partiti da Glacier (Valpelline di Ollomont) a Courmayeur raggiunto con taxi. Salita alla punta Helbronner con la nuova super-funivia. Discesa per la Mer de Glace (avevamo dato un occhio alla possibile salita alla Breche Puiseux della Periades ormai totalmente priva di neve sul lato del ghiacciaio del Mallet). Raggiunta la base delle scalette (grotta del ghiaccio), cabinovia (è inclusa nel prezzo del trenino di Montenevers) e trenino jusqu’à Chamonix.
Birra rigenerante e bus (gratuito) fino ad Argentiere dove prendiamo la funivia fino alla vetta dei Grands Montets. Saliamo ancora a piedi sulla mega terrazza strapanoramica dove scrutiamo con estrema attenzione il lato destro orografico della immensa conca glaciale di Argentiere. Domani passeremo dal Col du PASSON, alternativa ormai consolidata al (peraltro bellissimo) colle dello Chardonnet dove – dicono – siano necessarie due doppie per scendere “di là”. Come se non bastasse, se si transita dal Colle dello Chardonnet occorre salire poi ancora alla Fenetre de Saleina per guadagnare il Plateau du Trient.
Passiamo la notte nello strampalato, antico, charmant ma…. non proprio di estrema soddisfazione, Chalet-Refuge de Lognan. I prezzi cominciano ad essere esorbitanti ma… tant’è. La clientela che frequenta questi ambienti, raramente proviene dal reparto presse della FIAT o fa il clochard sous les ponts de la Seine.
La salita al Col du Passon comporta un fastidioso passaggio su rocce alla base del pendio intorno ai 2400 metri. Saliti il divertente, battutissimo e relativamente facile Col du Passon (passaggi fino a 50 gradi, brevi e comunque facili) si spalanca la porta del Paradiso e si entra in un ambiente di incomparabile bellezza.
Attraversiamo estasiasti il Glacier du Tour, piuttosto pianeggianti per poi infilarci nell’ampio canale del Col du Tour, quasi sci ai piedi, tranne gli ultimi cinque metri (non necessari i ramponi).
Da lì decidiamo di salire all’Aiguille du Tour. Che in realtà è composta da due punte. Qualcuno sale su quella di sinistra (leggermente più bassa) di quella di destra. Necessarie corde, ramponi, sistemi assicurativi. In realtà solo Enrico oserà salire fino in coppa alla massima elevazione. Tutti gli altri si arrestano più in basso. Consiglio del dopo: NON perdete tempo in queste “faccende” alpinistiche, pericolose e per nulla sciistiche ma godetevi, una volta passato il col du Tour la discesa e la risalita (assolutamente facoltativa ma bellissima) alle Aiguilles Dorees. Noi ce ne siamo accorti solo troppo tardi, purtroppo ed abbiamo dovuto rinunciarvi. Si trovano ad EST della Fenetre de Saleina, già citata e si raggiungono in breve anche dal “nostro” itinerario.
Il Plateau du Trient, immenso e bellissimo, è anche sede di atterraggio e decollo di leggeri aerei.
Ci lasciamo sulla destra la Cabane du Trient del CAS a metri 3170 e scendiamo giù per il Glacier du Trient fino ad intravedere sulla destra lo stretto e ripidissimo Col des Ecandies che, dotato di corde fisse (se non ci fossero sarebbero C.A. anzi, amarissimi) si risale con una partenza….piuttosto erculea: ci si issa a forza di braccia, sci in spalla, ma dopo una decina di metri le difficoltà si attenuano ed i 43 metri di salita passano in fretta.
Giunti al colle (des Ecandies) la discesa nella bellissima Val d’Arpette con qualche decina di metri sci in spalla a Champex. Giunti alla base della seggiovia (oramai chiusissima per assenza di neve) giriamo a sinistra e pernottiamo a LE BON ABRI. Straconsigliato. Per “soli” 63 CHF (ovviamente ovunque accettano euro al cambio 1:1) ci trattano davvero bene ed i locali sono perfetti. Ci rinfranchiamo con birre alla spina a prezzi italiani, docce calde, stanze calde, comode e confortevoli.
Colazione abbondantissima e siamo al 23 april, domenica. Il taxi prenotato da settimane ci porta a VERBIER, quota 800 metri circa dove spendiamo 37 euro o franchi che si voglia per raggiungere il Col des Gentianes, quasi 2900 metri.
Dal colle des Gentianes, ancora una volta rapiti dal panorama fantastico, osserviamo l’eccezionale visuale sul Gran Combin visto dal lato Panossiere. Cima oggetto dell’attenzione di alcuni di noi pochi giorni fa (vedi foto flickr.com/photos/snowlover62.sets) e quindi, freschi di memoria.
Scendiamo i 150 metri di dislivello in pista, ripelliamo e , in un’ora scarsa, arriviamo al Col de la Chaux, 2940 metri che scende in un bellissimo vallone. Con qualche dubbio sul percorso raggiungiamo poi il Colle de Momin da cui, lasciati i pesanti sacchi al Col de Cleuson, saliamo poi in cima alla facile, divertente e veloce ROSABLANCHE, 3336 metri e panorama mozzafiato.
Il tempo continua ad essere eccezionale: zero vento, rischio UNO, neve presente ovunque, sole a palla.
Qualcuno avrà fatto un patto con il diavolo? Ma no che…l’ultimo giorno la pagheremo!
Dalla Rosablanche siamo traditi da tracce poco sottostanti cosicché due decidono di scendere dalla punta direttamente a sud.
Incontreranno non poche difficoltà…
La quasi totalità invece torna al Colle di Cleuson, recupera il materiale e dopo breve e simpatica discesa risaliamo al colle di Sovereu con estetica sequenza di “gucie” , sci al colle. Discesa goduriosa nel Glacier des Ecoulaies e virata a sinistra (dove ci raggiungono i due esuli). Non abbiamo optato per il (saggio) stop alla Cabane de Prafleuri ma proseguiamo costeggiando il gigantesco Lac des Dix sulla cui sinistra orografica la neve comincia a scarseggiare.
Raggiunti, ormai esausti, il divertente Pas du Chat, qualcuno addirittura, vinto dalla stanchezza, barcolla e cade ma viene recuperato, alleggerito e …. scaricato il peso dello zaino sui samaritani presenti, si risalgono gli ultimi 500 metri fino alla Cabane des Dix che avvisata del ns ritardo via telefono satellitare, ci aspetta.
Solita acqua con micro-verdure galleggianti, carne, purè sintetico che con la notte su tavolato ci costano la solita 80ina di euro.
Almeno i bagni sono interni. L’acqua ovviamente non è mai presente (la bottiglia da litri 1,5 costa otto euro ed è indispensabile).
Al mattino sveglia e partiamo con destinazione Mont Blanc de Cheilon per la via sci-alpinistica. Raggiungiamo in un’oretta il colle omonimo, traverso e risalita all’ombra nella fredda e glaciale salita del suo fianco sud-ovest. Altro suggerimento per chi legge: fatevi prima una salutare salita alla LUETTE, divertente, sicuro e…soleggiato panettone di 3500 metri immediatamente ad ovest della Cabane e poi, con calma salite al Mont Blanc de Cheilon che tanto, prende sole tardissimo.
Mi soffermo poco ai 3818 metri della punta (quota GPS-Garmin 30) anche se il panorama meriterebbe.
Abbiamo una certa fretta perché TRE di noi oggi “usciranno” dal RAID e quindi vorremmo fare il percorso tutti insieme il più possibile.
E poi abbiamo l’incognita del passaggio dei due colli : Mont Rouge e de la Lire Rose. In realtà non presentano nessun problema.
Suggerimento. Quando si finisce la discesa dal Mont Blanc de Cheilon e si va al Col du Mont Rouge…rimettete le pelli. Apparentemente sembra vicino ma…non lo è.
Raggiunto con traverso ormai spelacchiato il Col de Lire Rose raggiungiamo con qualche gava&buta la Chanrion.
I tre che dovevano rientrare ci hanno ormai lasciato e noi passiamo un rilassante pomeriggio in rifugio.
L’ultimo giorno, MARTEDI’ 25 ci dividiamo ancora: un manipolo di tre audaci salirà al GELE’ mentre la maggior parte di noi punta alla FENETRE DURAND con eventuale digressione al Mont AVRIL un facile montarono , 400 metri più alto del facile colle posto a quasi 2800 metri.
Il motivo delle ns titubanze è dovuto all’imminente arrivo di una bassa pressione che peggiorerà drasticamente il tempo. Trecento metri sotto il Mont Avril infatti giriamo la prua e facciamo rotta verso l’Italia. Raggiunte senza problemi le baite Thoules (ormai in Valpelline) , scendiamo direttamente nel pianoro, ancora ottimamente innevato e, sci in spalla sul tratto di sentiero ormai in basso, raggiungiamo senza problemi Glassier dove recuperiamo le auto lasciate 5 giorni prima e ci dirigiamo a rifocillarci all’ottimo “vecchio Suisse” poco a monte di Valpelline…. Lì ci raggiungono i tre che sono riusciti a salire il GELE’ nonostante il tempo che ora …. ci regala una pioggerellina alternata ad ampie schiarite.
Il Raid è finito. Mitico. Foto su flickr.com/photos/snowlover62/sets
Bravi tutti i componenti, cominciando dall’unica bimba: annalisa, lorenzo, enrico, roberto, lino, livio, daniel, giovanni, guido, mike.