- Accesso stradale
- ottimo
Gita di esplorazione corteggiata a lungo in attesa di una giornata dal punto di vista meteo adatta, proprio come oggi, frizzante al mattino poi decisamente calda seppur ventilata. Per l’accesso al Vallon des Acles ho seguito la variante breve, sentiero nel bosco subito spacca gambe, sconsigliato a chi impiega un po’ a carburare. Raggiunta la strada sterrata un tratto più riposante permette di prendere fiato. Bisogna evidenziare come la strada sia potenzialmente pericolosa per le pietre che cadono dalle pareti sovrastanti, una pietra grossa come una palla da bowling mi è rotolata proprio davanti; consigliabile non stazionare troppo da queste parti.
Raggiunto l’inizio del sentiero del Col des Acles si sale comodamente, io ho fatto qualche variante cercando ipotetiche scorciatoie o l’inizio di un altrettanto ipotetico sentiero per il Passo di Sanità, ma non trovandolo ho intercettato nuovamente la traccia principale, seguita ancora per un tratto per poi spostarmi a destra in direzione dei casermoni dell’Ancien con des Acles. Qui un simpatico gregge di pecore ha residenza, e con loro un “affettuoso” branco di cani che mi è venuto incontro per farmi capire che non ero il benvenuto. Nonostante il pastore li richiamasse questi hanno continuato a inseguirmi nonostante stessi scendendo per passare più in basso 100 m di dislivello sotto finalmente si sono rassegnati…. Il problema dei cani pastore inizia ad essere piuttosto importante dato che d’estate non c’è gita in cui non faccio questi incontri sgraditi… Con qualche peripezia mi riporto sul sentiero a mezza costa che avevo notato da sotto in corrispondenza di un bunker e altre postazioni militari, ho però fatto l’errore si mantenermi alto vagando per tracche che si perdevano nel vuoto, traversando scomodamente su ghiaioni per un lungo tratto. Poi quasi rassegnato all’inesistenza del sentiero (che sapevo ci fosse), ho iniziato a scendere per una colata di ghiaia, quando magicamente 100 m di dislivello sotto ho intercettato il bel sentiero per il Passo di Sanità. Questo nonostante la scarsa frequentazione risulta abbastanza pulito e scorrevole, ad eccezione di qualche albero caduto. Lunghissimo attraversamento delle pendici della montagna, finchè appare come un’oasi la verdissima valletta del Passo di Sanità, e con essa anche una bella traccia, resti di una mulattiera militare ora inerbita. Raggiunto il passo (io ho preferito salire direttamente senza seguire le lungaggini della mulattiera) inizia il percorso di cresta (anche se poi in cresta non si sta mai), che si rivela più semplice di quel che possa sembrare, ma allo stesso tempo anche più lungo e contorto di quel che si pensi. Non ci sono mai passaggi particolarmente problematici o esposti, anzi in prevalenza c’è una bella traccia di sentiero unita ai numerosi bolli rossi che aiutano molto nel cercare i passaggi migliori. Il percorso tuttavia è ricco di saliscendi, aggiramenti, superamenti delle varie anticime. Si affrontano solo alcuni passaggi in cui ci si aiuta con le mani su semplici gradini o muretti (passi max di I+); solo i bolli nell’ultimo tratto prima della cima secondo me sono fuorvianti, perché fanno passare su una cengia rocciosa un po’ esposta quando passare sopra in cresta è molto più comodo (ma è una scelta). Infine dopo tutte le peripezie raggiungo la cima dopo 3 h 30’.
Discesa obbligata sul percorso di salita, piuttosto veloce specialmente dal Passo di Sanità fino all’inizio del lungo traverso, cercando di sfruttare ghiaioni per scivolare; mi sarebbe piaciuto capire se anziché rifare il traverso sarebbe stato possibile scendere direttamente al fondo del Vallon des Acles, ma avevo timore di trovare poi delle barriere non superabili, così mi sono convinto a rientrare dal percorso di andata senza ulteriori esperimenti.
Naturalmente nessun essere umano incontrato sul percorso, neppure lungo la strada degli Chalet des Acles (ma era ora di pranzo). Gran caldo che mi ha fatto terminare l’acqua praticamente già in vetta! La reputo un’ottima alternativa alla salita della via ferrata degli alpini, secondo me oggettivamente pericolosa, che tra l’altro non sono riuscito a capire se presenti ancora dei nevai da attraversare. La consiglio, ad amanti del genere ghiaioni&wilderness.