Dopo un tiro che ne supera lo zoccolo e un successivo che è interrotto dopo pochi metri da una cengia di rododendri la roccia si presenta sempre pulita e solida (attenzione comunque quando si raggiungono i punti di sosta). Trovandoci in fase di esplorazione della parete, la via è nata seguendo le linee deboli (proteggibili in maniera tradizionale) della parete (ecco il perché del lungo traverso non difficile ma suggestivo che permette di aggirare le placche della parte mediana): in apertura sono stati utilizzati solo alcuni chiodi, nut e friend fino al 4BD anche per le soste. In seguito sono stet spittate quelle da utilizzarsi per un’eventuale calata mentre per le altre sono stati lasciati cordoni su blocchi incastrati.
La via non presenta difficoltà elevate ma un discreto ingaggio dovuto alla totale mancanza di protezioni fisse lungo i tiri e alle difficoltà che si possono incontrare nel proteggere alcuni passaggi. Da quanto detto ne consegue la decisione di non inserire spit lungo i tiri ma di definire solamente i punti di sosta. Ci si augura pertanto che venga mantenuto lo stato attuale della linea rispettando lo stile d’apertura.
Gli amanti delle linee a piombo probabilmente storceranno il naso, ma coloro che prediligono un alpinismo più classico, con mezzi tradizionali, o semplicemente coloro che vorranno provare un pizzico di ingaggio con chiodi e protezioni veloci, sono invitati a cimentarsi...insomma probabilmente meno bella delle vicine ma divertente possibilità dove trovare un pò di terreno d'avventura.Il posto ha quel fascino che solo certi luoghi selvaggi e ombrosi sanno trasmettere, a picco sulla Valle dell’Orco, impareggiabile belvedere sulla catena Courmaon – Gran Paradiso.
Parete segreta che si mirava da tempo e…non noi soli (…azz!), nascosta e selvaggia a 15min dalla super frequentata Punta Cia, una chicca per amatori.
Quando uscite dalle vie siete a posto, traverso per ampi pratoni fino a ricongiungersi al sentiero normale di Punta Cia.
In caso di cazzi e mazzi, pioggia, temporale, branco di capre che si dimostra particolarmente ostile quando vi affacciate all’ultima sosta, la via di fuga dal basso si recupera guardando la parete una volta alla base, andare verso sx recuperando la stretta cengia che la taglia nel suo settore sx. Occhio se bagnato! Superare un primo canale con blocchi franati e continuare fino ad un più marcato canale erboso da risalire con attenzione (possibilità di conserva protetta nei punti più ostici)
-L1: supera lo zoccolo che sostiene la parte sinistra della parete; individuato il diedro appoggiato con le spaccature risalirlo fino sotto un tettino che si supera con movimento atletico ma non difficile utilizzando la lama soprastante e la placchetta a sx (4+), procedere sempre dritti per blocchi facili fino alla base della parete vera e propria pochi metri a dx di una lama staccata con marcata fessura ad arco. In questo punto è possibile attrezzare una buona sosta con un nut medio e un chiodo piatto. Nessun chiodo, friend fino ai medi.
-L2: risalire il primo muro davanti a se utilizzando la lama staccata (4+) alla vostra sx, issarsi sulla cengia con rododendri ( sfruttando gli stessi per forza di cose) e dirigersi a sx dove inizia un diedro, affrontare un passo per ribaltarsi su un’altra cengetta, poi bella roccia nel diedro che diventa lamone staccato (5b). Un passo ad incastro porta a ribaltarsi nell’antro tra lamone e parete, sosta su blocco incastrato e cordone. Nessun chiodo, friend fino ai medi.
-L3: è il tiro chiave della via. Alzarsi per alcune lame buone ma senza un bel suono (meglio proteggersi subito dopo) fino ad un gradino (5). Seguire il fussurino verticale soprastante: proteggere il passo duro piantando un buon chiodo e un friend 0.4BD subito sopra alzarsi sul muro fino a raggiungere un altro punto dove è possibile piazzare uno 0.5BD e poi ancora fino ad una manettina dove è possibile mettere un microfriend (6a pieno), quindi salire verso dx la placchetta senza possibilità di ulteriori assicurazioni per alcuni metri (5c) fino a raggingere un gradino dove alcune lame permettono di proteggersi nuovamente. Da qui travesare per 15m verso sx, prima più difficile ma proteggible, poi più facile fino alla sosta a spit e cordone sotto ad un tettino. Un chiodo universale, microfriend e friend fino al 2BD.
-L4: traversare ancora verso sx (5b) fino ad entrare in un bel diedro a lame atletico (5c). Sosta su bloccone appoggiato e cordone. Nessun chiodo, friend fino al 2BD.
-L5: salire una facile rampa verso dx fino a riportarsi con un movimento scomodo nel diedrone che sorregge la cima, entrare nel diedro e uscire con movimento atletico dal primo tettino-sporgenza che lo chiude (5b). Qui è possibile o proseguire a dx nel diedro o come in apertura salire dritti una placchetta con fessurina ascendente da dx a sx: friend 0.3BD e eventualmente chiodo a lama mediocre fino a reperire la soprastante fessura verso sx (5c). Poi dritti per fessure e blocchi fino in cima. Sosta due spit cordone ed anello. Un chiodo a lama e friends.
Alcune varianti percorse il 23/9/07 sono possibli nei tiri alti.