Dal parcheggio di Melago, si attraversa il centro abitato (cartelli indicatori per il Rifugio Pio XI e la Malga di Melago) e si inizia a seguire la stradina che si tiene al centro della valle (Vallelunga) per circa mezz’ora fino ad un ponte in legno dove si trova un bivio. Poco prima del ponticello, trascurata la stradina di destra che conduce alla soprastante Malga di Melago (rifugio privato) seguiamo invece il ben segnalato sentiero di sinistra (segnavia n.2 e segni bianco-rossi) con indicazioni segnaletiche per il Rifugio Pio XI, che ben presto si inerpica in buona salita con diverse serpentine, superando un boschetto. Poi, superato il limite del bosco, il sentiero diventa molto panoramico, si fa più dolce e con percorso graduale e a mezza costa supera un costolone erboso e raggiunge una spalla dove si trova un pilone in legno della teleferica di servizio del rifugio. Da qui in breve, con evidente percorso si raggiunge il pianoro erboso dove è situato il rifugio Pio XI 2557 m (Ore 2,00 indicative dal parcheggio di Melago al Rifugio). Dal rifugio, si oltrepassa una cappella in pietra, seguendo le indicazioni per il sentiero Richter (Richterweg e Weisseespitze), il sentiero sale in diagonale a mezza costa, sempre ben tracciato e ottimamente segnalato, attraversando due cascatelle (punti che richiedono un minimo di attenzione) e portandosi alla base della parete meridionale della Cima del Lago Bianco. Sotto questa grande bastionata rocciosa ha inizio il sentiero attrezzato Richter (Richterweg) che risale inizialmente una cengia abbastanza esposta ed aerea, successivamente risale una balza rocciosa e alcuni brevi canalini portano ad un dosso roccioso a quota 2970 m dove terminano i cavi metallici (attenzione che alcuni ancoraggi del cavo metallico sono stati danneggiati e in parte divelti da cadute di pietre!). Traversando in piano verso sinistra si raggiunge il ghiacciaio (Vedretta della Croda) dove normalmente ci si lega in cordata. Solitamente sul ghiacciaio è presente una pista data la buona frequentazione di questa cima. Si sale direttamente un ripido pendio sulla sinistra (oppure con un traverso da destra a sinistra) raggiungendo un’ampia e vastissima distesa glaciale (il ghiacciaio del Gepatschferner). Si sale quindi il vasto ghiacciaio per dossi e avvallamenti prendendo quota prima verso destra, fino a raggiungere un ampio avvallamento del Gepatschferner a quota 3200 m, qui vanno tralasciate le eventuali tracce sulla destra che attraversano tutto il ghiacciaio in direzione del rifugio austriaco del Brandeburger Haus, piegando verso sinistra, rimanendo non troppo lontani dal filo della bastionata rocciosa che scende verticalmente sul lato Vallelunga. Salendo su pendenze sempre piuttosto moderate, e badando agli eventuali crepacci presenti, si piega gradualmente a sinistra, raggiungendo un ampio spallone, dove sono ben visibili sia la cima e la croce di vetta. Superando il moderato pendio glaciale si raggiunge quindi lo speroncino di rocce rotte che emerge appena dal ghiacciaio, dove si trova la grande croce della cima con un contenitore metallico ed il quaderno di vetta. (ore 3,30/4,00 indicative dal rifugio alla cima). In discesa si segue a ritroso il medesimo itinerario della salita. Disponendo di tempo e con il meteo favorevole è possibile compiere una piccola traversata e aggiungere anche una seconda cima. In discesa, raggiunto il pianoro glaciale di quota 3200 m si segue per un breve tratto la traccia che va verso il Brandeburger Haus fino ai piedi della cresta rocciosa dello Zinne m. 3378, poi si risale sul costolone glaciale passando alla base della cresta rocciosa fino a raggiungere un plateau posto tra le cime Hintere Hintereisspitze a sinistra e Hoch Vernagl Wand a destra. Con percorso evidente si punta ad un colle posto appena sotto la cima dell’Hoch Vernagl Wand, costituita da un piccolo affioramento roccioso che si eleva per pochi metri sopra il ghiacciaio, salendo la breve e facile cresta di rocce rotte si raggiunge la cima, sormontata da un semplice ometto di pietre (ore 1,30/2,00 indicative tra la Cima del Lago Bianco e la vetta dell’Hoch Vernagl Wand). Si ripercorre la traccia di salita fino al pianoro di quota 3200 m dove si volge a sinistra e seguendo le tracce si raggiunge il balcone dove si esce dal ghiacciaio e si riprende il Richterweg, che si segue integralmente fino al suo termine, poi su facile sentiero si rientra prima al Rifugio Pio XI e quindi a Melago.
- Cartografia:
- Kompass carta 670 foglio 1. Val Venosta. Scala 1:25000 ; Tabacco foglio 043. Alta Val Venosta. Scala 1:25000