presentando difficoltà oltre a qualche breve passo di III°+ grado ed essendo facilitata nel tratto forse più “continuo” da un cavo di metallo. Si svolge in un ambiente di alta montagna molto bello e panoramico; pur non essendo molto lunga e superando un dislivello dal Bivacco Fiamme Gialle di circa 200 metri richiede oltre 2 ore; di più se, come noi, si incontra neve e si deve procedere per quasi tutta la via in sicurezza. La discesa è abbastanza comoda e può essere effettuata quasi tutta a doppie servite da anelli cementati.
Accesso:
Raggiungere San Martino di Castrozza, salire in cabinovia fino al Col Verde (q. 1975 m) e poi con la funivia al Rif. Pedrotti (Rosetta). Altrimenti dal Col Verde seguire il sentiero 701 e, presso cartello di indicazione, traccia a sinistra per il passo Bettega (2658 m), si scende nella valle dei Cantoni per poi risalire su bel percorso roccioso ed isolato al passo Travignolo ( 2925 m), a destra si sale alla Cima della Vezzana, a sinistra il sentiero continua e in 20 minuti si raggiunge il bivacco Fiamme Gialle.
Altra possibilità: la via ferrata Bolver-Lugli dal Col Verde, molto lunga e faticosa, fino al Biv. Fiamme Gialle. In entrambi i casi sono 1200 m di dislivello e ca. 3 h fino al bivacco.
Dal bivacco Fiamme Gialle quota 3005 metri, seguire le numerose tracce verso ovest fino a quasi al limite della spalla detritica (non salire sulla traccia alta); seguendo degli ometti e salendo su roccette gradinate, per una cinquantina di metri, si raggiunge uno stretto intaglio a V. Si scende al di là per alcuni metri su una cengia e si traversa a destra, superando un breve salto di uno spigolo (chiodo) e proseguendo sempre in traverso (II°), si arriva in una caverna dalla quale si fuoriesce da un buco (bus del gat) strisciando, è possibile aggirare la grotta all’esterno sulla parete III°. Si esce su un terrazzo sotto uno strapiombante tetto, per proseguire sul canale detritico verso la forcella tra i due torrioni per circa 40 metri dove a sinistra inizia la salita su roccia. Alcuni passi di II° e subito incontriamo il cavo metallico, che ci accompagna per circa 30 metri lungo la parete ripida, dove termina su un terrazzino (III°+). Si continua sinistra superando una fessura strapiombante (10 m III+) dove è stata lasciato uno spezzone di corda per facilitare il passaggio, raggiungendo una conchetta ghiaiosa, si risale alcuni metri e ci troviamo in uno spiazzo di fronte ad una caverna. Per gradoni a sinistra si sale sull’aereo spigolo coricato, detto il “mulet” (20 m III – anello cementato). Si continua sulle rocce del breve canale (II) raggiungendo la forcella con targa, si prosegue sullo spigolo che porta alla cresta sommitale (20 m, III, esposto, appigli buoni). Seguire la cresta molto aerea (II) fino all’anticima est su buona roccia , per poi proseguire in orizzontale in esposta e rischiosa traversata su roccia molto friabile raggiungendo la cima principale con la croce.
Discesa:
con brevi corde doppie attrezzate sugli anelli dei fittoni cementati, le lunghezze si aggirano sui 15/ 20 metri, in alcuni punti è possibile disarrampicare o usare la corda metallica. Nel canale sopra il “bus del gat” in caso di neve e ghiaccio c’è un ancoraggio cementato sull’altro lato del canale. Corda doppia da 10 m dall’interno della caverna da cordone su spuntone (nel caso il terreno sia bagnato).
- Cartografia:
- Tabacco