Seguire nel bosco gli ometti e i radi bollini di vernice rossa che conducono, lungo una traccia, sul roccione che svrasta il santuario. Proseguire nel boschetto rado e poi piegare a destra in un tratto aperto, superando una pietraia (ometti). Salire per vaghe tracce verso est e poi piegare decisamente a sud lungo una traccia che si porta verso una gola incisa da una cascata. Superare alcuni blocchi di frana e i ruscelletto, poi risalire al meglio lungo una traccia che si apre tra gli ontani e che prosegue a mezza costa, non sempre evidente (bollini rossi), fino a una zona di rocce umide.
Proseguire ancora e superare una frana su terriccio e brecciolino, riportandosi sulla cengia-rampa che sovrasta la prima parte del vallone di Sea. passare sotto la parete dello "Scudo stellare", quindi sulla cengia che, assai stretta in un punto, taglia lo zoccolo del "Portale degli elfi". Con cautela scendere nel canalone incassato fra le rocce che verso il basso porterebbe al "Masso di Nosferatu" (accesso possibile).
Passare sulla parte opposta fino a un sasso con indicazioni di vernice. Poi risalire la rampa tra ontani e rododendri con debole traccia, passando sotto la "Parete del nano". Uscire infine nel Primo Vallone di Leitosa, dove la traccia si perde, ma si sale agevolmente su pietraie e dossi erbosi raggiungendo il Gias Leitosa primo. Di qui una stupenda mulattiera lastricata, ricavata nella pietraia, procede a mezza costa verso sud, ed in breve si raggiunge lo Sperone della Cresta della Cittadella (ore 2,30).
Si attacca in prossimità di un caratteristico masso tavolare, nel punto più basso dello sperone. I primi due tiri sono della “Via Meneghin”.
L1: diedro fessurato e poi blocchi facili 4c.
L2: si prosegue sul filo dello sperone aggirando un blocco staccato triangolare 5a e raggiungendo una cengia che digrada verso destra
Spostarsi una quarantina di metri verso destra fino a raggiungere un evidente diedro dalla faccia destra giallastra (ometto)
L3: salire il diedro lungo la fessura che lo incide fino a un pulpito 5b
L4: ancora in diedro brevemente poi seguire alcune lame poco stabili 5c
L5: attacare un diedro con ciuffi erbosi ed uscire sulla sua faccia destra lungo una fessura, portandosi sotto uno strapiombo con lame 5a
L6: superare lo strapiombo con passo ad incastro ed esposto 6a+ (lame instabili), quindi infilarsi in un breve diedro camino sovrastato da una caratteristica la ma staccata sporgente 5c
L7: affrontare uno strapiombo un pò erboso 5b, poi vincere un tettino squadrato con spaccata a destra 5c.
L8: ancora in diedro con blocco incastrato in uscita 6a, quindi, al meglio aalire tra arbusti e roccette fino a raggiungere la piattaforma di “vetta”, con ometto visibile più in basso a sinistra.
Discesa:
seguire la cresta ignorando una prima depressione che apparentemente suggerirebbe una discesa a destra per un canale (salti di rocce). Salire invece ancora fino ad un insellatiura più ampia da cui scende agevolmente fino al Secondo Vallone di Leitosa. Abbassarsi lungo un antico dosso morenico abbastanza sgombro dagli ontani, fino a quando si giuange all’altezza della parte bassa dello Sperone della Cittadella. Scendere allora a destra in un canale con qualche passo di arrmpicata (II rocce umide) fino a reperire un bollino arancione. Salire allora a destra e reperire la traccia che riporta all’attacco (ore 1,30 -1,40).
Materiale: in posto 2 chiodi. Soste tutte da attrezzare. Portare una serie di friend fino al 4 bd e una buona scelta di nut.
- Cartografia:
- Valli di Lanzo - Fraternali editori
- Bibliografia:
- Vallone di Sea un mondo di pietra - M. Blatto