L1. Si può non salire il diedro originale, vegetato e poco invitante, e optare per una variante a destra con spit, difficoltà intorno al 6b/6b+;
L2. Placca e poi verso la suggestiva grotta, V+;
L3. Dalla grotta, dove sono incisi dei curiosi gradoni per evidente diedro che si trasforma in una rampa caratteristica che porta ad una sosta su roccia scura, molto unta e levigata, IV+;
L4. Muro strapiombante con prese nette ma unte, la chiodatura ravvicinata aiuta molto. Chiodatura che diventa più rarefatta in prossimità dell’uscita ed obbliga a movimenti decisi per raggiungere la sosta nella successiva nicchia, V+ A0 (VII+);
L5. Si riparte dalla nicchia verso un diedro ad imbuto con un primo esposto passaggio, occorre proteggersi ma un primo friend è già profondamente incastrato, ne servono almeno altri due (BD piccoli) perché il tiro non molla ed è molto esposto, VI+;
L6. Bella placca tecnica, dirigersi verso alcuni alberi pensili e scendere leggermente a sinistra, si riconoscono evidenti tracce di passaggio sugli alberi (corteccia levigata) e gli spits della sosta alla base di una placca grigia, prima dell’inizio del traverso in discesa si presenta un invitante diedro dal quale è meglio tenersi lontani (variante Stenghel molto friabile), VI+, V;
L7. Netta lama alla Duelfer e poi difficile ingresso in placca strapiombante (A0), una nuova fessura porta al pulpito finale di sosta, VII (A0), V+
- Bibliografia:
- Pareti del Sarca, Diego Filippi, Ed. Versante Sud, Milano 2007