Per arrivare al Col de la Temple si attraversa ancora un nevaio, non ripido, ma servono i ramponi. La prima sezione dell’itinerario, dal Colle al Plateau, è pulita e composta da roccia relativamente salda, rispetto ai dintorni: bisogna comunque fare attenzione a cosa si tiene/pesta. L’arrampicata è piacevole, facile (non avessimo saputo del passo di III non l’avremmo notato) e ben proteggibile facendo passare la corda dietro i numerosi spuntoni. Avevamo tre friends ma non li abbiamo usati. Utili invece alcuni cordini, per assicurare il famoso passaggio di III (su bella clessidra appena oltre lo spigolo) e soprattutto per proteggere la discesa della seconda di cordata nel couloir. Il plateau è in gran parte secco.
La parte secondo noi più delicata, in queste condizioni, è la salita dal colletto all’anticima: la scomparsa della neve ha svelato un terreno friabile e sdrucciolevole, non proteggibile e piuttosto infido. Il passaggio fra antecima e cima è di roccia più compatta. Dal colle alla punta ci abbiamo messo due ore, sia in salita sia in discesa. Idem fra il colle e il Refuge Temple des Ecrins, dove per inciso siamo state benissimo (hanno anche un super menù alternativo per i vegetariani).
Pur non presentando particolari difficoltà, si tratta di un itinerario completo e articolato, che richiede una certa confidenza. Noi ci siamo godute la giornata fotonica, che ci ha permesso di apprezzare appieno il paesaggio, di una bellezza selvaggia. Tuttavia, dovessimo tornarci, sarà a inizio estate: un po’ di neve in più ci avrebbe evitato chilometri di sfasciumi…
Con Sara, che impara in frettissima!
Un saluto a Céc, e alla prossima!