Grazie all’assenza di neve e vento questa volta la cima l’abbiamo messa nel sacco e portata a casa. Anche le ferrate percorse nelle scorse settimane mi hanno dato l’aiuto sperato rendendomi ormai quasi immune ai tratti in forte esposizione. Invece di partire da Ompio siamo partiti da Bracchio (300 m.) frazione di Mergozzo, con i saliscendi viene fuori una gita da oltre 1500 m. di dislivello. A Bracchio conviene parcheggiare vicino al monumento ai caduti, evitare di infilarsi nelle strette vie specie se si ha un’auto grande. Saliti per la ripida ma comoda mulattiera fino ad un edificio rosa, prima della pineta voltare a destra seguendo il sentiero all’inizio poco evidente che porta all’alpe Vercio. Da qui proseguire fino alla Colma di Vercio (sella) in cui ci si ricongiunge alla cresta e quindi all’itinerario proveniente da Ompio. Presenza di numerose zecche nella parte alta e più selvaggia, ne ho trovate almeno una dozzina sui pantaloni chiari che stavano cercando ospitalità. Sono state molto sfortunate perchè mi aspettavo di trovarle, grazie alle segnalazioni avute. Suggerisco di stare molto in guardia in quanto possibili vettori di patologie anche gravi. Ambiente severo lungo la cresta ma semplificato grazie alla presenza di catene nei punti più critici. Nuvole nel pomeriggio hanno compromesso parzialmente la grande panoramicità di questa cima.