Parcheggiamo l’auto presso il parcheggio di Passo, proprio sotto la strada di Salecchio che sul lato opposto ha un ponte dal quale prevediamo di arrivare. Un amico ci porta con una seconda auto fino ai Piani di Aleccio, sopra Premia. Questo aiuto è fondamentale per il giro ad anello soprattutto perché la strada di Aleccio, chiusa da una sbarra, permette di superare circa 700 metri di dislivello e 2 ore di salita. Dunque io con i miei tre figli rispettivamente di 15, 17 e 27 anni nonché un amico di 17, partiamo da circa quota 1500 per raggiungere attraverso una comoda e bella mulattiera il Passo della Forcoletta che raggiungiamo dopo circa 2 e 30 di cammino. Al di sotto si vede il bel laghetto di Matogno e il Bivacco Sironi. Dopo un pranzo al sacco proseguiamo stando alti in direzione del Passo di Fria ma lo evitiamo, utilizzando la galleria che è stata costruita per permettere un passaggio più agevole al bestiame, soprattutto in presenza di neve, ai pascoli della Val Cravariola. La galleria è dotata di pannelli solari ed illuminazione. Al di là ancora diverse zone nevose ma un panorama stupendo verso i pascoli ricoperti di rododendri in fiore (siamo a metà luglio). La zona si trova oltre lo spartiacque alpino ma è stata assegnata all’Italia da un arbitrato internazionale a fine ottocento. Proseguiamo prima sul sentiero principale e poi, al bivio segnalato, scendiamo a destra seguendo dei paletti bianchi e rossi e raggiungiamo in circa un’ora il comodo Bivacco di Corte Rossa dove pernottiamo. Tempo totale comprese numerose soste 4 ore e 50 minuti. La mattina seguente ci dirigiamo verso il Passo del Groppo ma con un pó di fatica in quanto non è segnalato in alcun modo. Infatti inizialmente sbagliamo, salendo sulla sinistra del Pizzo dei Croselli mentre il passo si trova sulla destra, in direzione dell’Alpe Venanzio. Accorgendoci dell’errore a quota 2200 circa traversiamo verso destra passando non senza fatica sopra il percorso agevole che sta più in basso. Poco male, una zona stupenda dove vediamo camosci, marmotte e anche una bella volpe tra le rocce. Raggiungiamo quindi il passo in circa 3 dalla partenza (abbiamo perso almeno un’ora). Nota: non sono presenti né cartelli né segni e neanche ometti fino al passo quindi l’itinerario, che è semplice, può diventare problematico in caso di nebbia, non rara da queste parti. Dal passo del Groppo sono presenti i segni bianchi e rossi su un percorso non facile. Comunque, senza troppa fatica, tra tratti di neve non dura e rocce arriviamo al bivacco del Groppo. Una casetta spartana situata nei pressi di un ‘nido d’aquila’ che si erge sulla valle sottostante. E’ dotato di fornello a gas funzionante, tavolo, sedie, legna, stufa ed alcuni generi di prima necessità, oltre ad alcune brandine di ferro al piano superiore. Nel libro del bivacco siamo i primi visitatori dell’anno. Per scendere da qui sono segnalati 2 sentieri. Il primo a sinistra, verso San Rocco, segnalato difficile in altre relazioni, e il secondo a destra, verso Passo, dove si trova il parcheggio. La premessa è che, pur essendo segnalato, NON esiste alcun sentiero. Si scende di fronte al bivacco , andando a destra in direzione di un primo grande ometto. Il percorso è MOLTO disagevole, una ravanata unica tra felci, ontani, rododendri ed erba alta in cerca volta per volta del segno successivo almeno fino al guado che si trova sotto una bella cascata a quota di circa 1600 metri. Di li, ancora ravanando tra rododendri ed erba alta, si raggiunge una baita diroccata (Pianezza di sopra) dopo la quale si intravede finalmente un sentiero che ci porterà fino alle Cave. C’è un passaggio sopra un secondo guado che richiede assenza di vertigini. Arriviamo alla macchina che sono quasi le 8 di sera. I 1700 metri di dislivello in discesa ci hanno messo a dura prova! Raccolte zecche durante il percorso, evidentemente nei numerosi tratti in mezzo alla vegetazione.