[Nota: indicazioni di dx e sx rispetto al senso di marcia]
Si parcheggia l’auto alla Diga della Provvidenza o nei parcheggi presenti in prossimità di questa, ai margini della S.S. 80. Da qui si percorre la Diga e si continua lungo la comoda sterrata che entra nella Valle del Chiarino. Dopo circa un’ora di marcia si giunge alla bella Masseria Cappelli (m. 1.262), un antico mulino in corso di restauro da parte del Parco (con la speranza che i lavori finiscano presto e che si mettano a disposizione dei visitatori gli edifici recuperati; la riapertura della strada alle auto dalla Diga fino a questo punto potrebbe essere quindi seriamente riconsiderata). Durante questa prima parte del percorso emerge alla vista, di tanto in tanto, l’erbosa ma complicata cresta ovest del M. Corvo.
Si prosegue ancora nel bosco e in capo a una mezz’ora se ne esce, in vista dei vasti pascoli del Piano del Castrato e del Rifugio Fioretti (m. 1.495). In uscita dal bosco, sulla sinistra della strada, una staccionata delimita un’area da campeggio con numerose e copiose fontane di ottima acqua. Fanno da corona il versante sud del Corvo (sulla sinistra), la cresta che congiunge Corvo e Malecoste oltre la quale c’è il Venacquaro (di fronte; spicca nel mezzo un curioso picco di rocce ed erba) e il bel versante nord del Camarda (a destra).
Si prosegue allo scoperto, sempre seguendo la carrabile, che sale fino a una conca di pascoli più alta (le Solagne, m. 1.697), dove rimangono pochi resti di ricoveri di pastori.
Di fronte, la cresta Corvo-Malecoste si svolge da nord a sud prima larga ed erbosa, poi più rocciosa e sottile. Partendo da nord (ossia dal Corvo) è interrotta da tre valichi: la prima è la Sella di M. Corvo, la seconda, dopo un “panettone” erboso, è la Sella Venacquaro, la terza, più ardita e ripida, è senza nome sulle carte (quota 2.187). Occorre puntare decisamente verso la Sella di M. Corvo, salendo un risalto di pascoli e rocce (fino a quota 1.900 ca.) e poi piegando a sinistra. Il sentiero, segnato a tratti con vernice gialla, segue la destra idrografica di un torrentello di disgelo fino all’ampia sella (m. 2.305). Da qui il panorama sulla parte centrale del massiccio è formidabile: l’imponente Intermesoli, dietro i due Corni, la piana tormentata del Venacquaro in basso, la cresta da M. Aquila fino al Cefalone (in mezzo, con buona visuale, si distingue bene il rifugio Duca degli Abruzzi).
Tracce di sentiero segnato a bolli gialli puntano verso le rocce della cresta di M. Corvo, prima su erba e poi su ghiaie, rocce rotte e sfasciumi. Con percorso sempre facile ed evidente la traccia si snoda tra le roccette della cresta, in alcuni punti molto panoramica e anche un poco aerea (soprattutto in affaccio sul versante nord-est). Si tratta comunque di un percorso facile, che non richiede alcun passaggio di arrampicata, ma solo un po’ di attenzione per il terreno sdrucciolevole. In breve si raggiunge la vetta del M. Corvo, ampia ed erbosa, segnata dalla solita croce metallica.
L’intera escursione richiede circa 4.45-5.30 ore, comprese soste: 1-1.15 ore fino alla Masseria Cappelli, 0.45-1 ora fino al Rifugio Fioretti, 0.45-1 ora fino allo stazzo di Solagne, 1.30 ore fino alla Sella di M. Corvo, 0.45 ore fino in vetta.
Si scende per l’itinerario di salita (prevedere dalle 3 alle 4 ore).
Nota: in alternativa, dalla vetta si può seguire per cresta fino alla Vetta Orientale di M. Corvo (m. 2.533) e di qui proseguire lungo lo sperone est calando direttamente verso la Masseria Vaccareccia e la faggeta. Dalla vetta la discesa è pero ripida, faticosa e non sempre agevole, con problemi di orientamento in presenza di nebbia.
- Cartografia:
- CAI L'Aquila - Gran Sasso d'Italia 1:25000
- Bibliografia:
- S. Ardito - A piedi sul Gran Sasso - ed. Iter