Dalla evidente curva a gomito sulla SP38a si entra nel bosco per un ampia mulattiera, contraddistinta da un ampio pannello informativo.
Dopo un centinaio di metri si incontra il fontanile dell’Acqua del Peschio, alimentato da una sorgente che si incontrerà nuovamente più in alto.
Dopo il fontanile il sentiero segue brevemente il fondo del vallone e poi piega a gomito a sx, prendendo la destra orografica del fosso e salendo ripido ma senza troppa fatica, anche grazie ad alcuni gradini che facilitano il passo. Il sentiero continua a salire nel bosco, mantenendosi ripido e consentendo di guadagnare velocemente quota, fino a uscire sul crinale in corrispondenza di una piazzola erbosa.
Da qui occorre evitare di seguire una traccia evidente che va a sx e proseguire invece a dx, come indica anche un cartello/freccia ormai illeggibile (la scritta “sentiero natura” si intuisce appena). Da questo punto in poi il sentiero rimane sempre in piano, tutt’al più con qualche saliscendi.
La traccia si snoda su fondo erboso, tra piante di prugnolo e rosa canina, fino a un altro spiazzo prativo un po’ più ampio, dove compaiono due cartelli/freccia: è il bivio per la grotta di “Re Pipino”, che si raggiunge in un quarto d’ora seguendo la direzione indicata dalla freccia e poi scendendo, su crinale aperto, guidati da alcuni paletti segnavia bordati in rosso-blu.
Dopo la visita alla Grotta (prevedere 1 ora in più tra A/R e tempo della visita), si torna al bivio precedente e si prosegue lungo il “sentiero natura”, costeggiando una pineta di rimboschimento e proseguendo nel bosco, ricco di essenze fruttifere autunnali (rosa canina, ramno, melo selvatico). In leggera discesa si giunge alla Fonte del Peschio (captata per alimentare il fontanile incontratio alla partenza). Da qui il sentiero prosegue a mezza costa, sbucando a un altro fontanile (asciutto) e poi su ampi pianori di pascoli.
Dal fontanile asciutto in poi bisogna fare attenzione ai segni, per non confondere il sentiero con le innumerevoli tracce lasciate dagli animali al pascolo. I segni sono riportati su paletti bordati in rosso-blu, ma purtroppo molti di essi sono caduti (30 ottobre 2011). I pianori si attraversano tenendosi grosso modo sul crinale, con bella vista sul paese di Vallinfreda, la Piana del Cavaliere, le montagne d’Abruzzo (tra cui spicca il Velino) a est e i Lucretili e la Sabina a ovest.
Il sentiero comincia a scendere abbastanza rapidamente, sempre per prati, in vista di una strada sterrata. Si giunge a una palizzata in corrispondenza della sterrata. Non si prende quest’ultima, ma un largo sentiero immediatamente a dx che in 5 minuti riporta alle prime case del paese.