Cristallo (Monte) dalla Valle dei Vitelli per il Passo dell’Ables e la cresta Ovest

Cristallo (Monte) dalla Valle dei Vitelli per il Passo dell’Ables e la cresta Ovest
La gita
andreamilano
2 19/07/2021
Traccia GPX

Sono salito dal tornante della strada dello Stelvio a quota 2100m circa. La salita è facile e agevole fino al passo dell’Ables. 2 ore.

Dal passo il percorso esatto non è per nulla chiaro. All’inizio è presente una traccia di sentiero che sale verso una cimetta con baraccamenti della guerra. Poi seguo con poca convinzione il filo di cresta non facilissimo. Sul lato Val Zebrù mi sembra di vedere dei segni di passaggio e continuo camminando sotto il filo di cresta.
La cresta spartiacque continua con sali e scendi non sempre facili anche per l’attraversamento di alcuni piccoli ma ripidi nevai.
Finalmente arrivo alla base della montagna, dopo un ora dal passo. Ora si nota un sentiero che volge verso l’anfiteatro sul lato nord della cresta ovest. Il sentiero ben presto scompare in un nevaio.
Che fare? Dopo il nevaio, non mi sembra di vedere tracce e non ho voglia di mettere i ramponi per attraversare 30 metri di nevaio durissimo. Allora lo contorno in alto per salire arrampicando verso un forcellino tra gli spuntoni della cresta ovest. Il forcellino non porta da nessuna parte; quindi scendo su i miei passi disarrampicando.
Per tornare al punto di partenza perdo almeno mezz’ora, litri di sudore oltre a rischiare la pelle su queste rocce che rimangono in mano. Scaricamento di pietre e terra dappertutto. Meno male che sono solo, sennò avrei ucciso chi mi sta sotto.
Ritorno bestemmiando sul sentiero e provo a spostarmi sul lato sud dove si nota una traccia che sale per cengia in salita.
Non si capisce se queste tracce di passaggio risalgano alla guerra o siano di qualche sventurato come me che non trova la strada. Ometti di pietra manco a pagarli.

Comunque riesco a salire per ripide ghiaie fino ad un pulpito con un palo di ferro. Mi sposto ancora sul lato nord dove in un canalino franoso trovo del fil di ferro a modi “corda fissa”. Salgo fino in cima, ma niente; solo precipizi.
Ridiscendo il fil di ferro facendo volare di tutto e mi risposto sul lato sud. Risalgo per cengia con vaghe tracce per arrivare sullo stesso punto ma dal lato opposto. Continuo ancora per cengia espostissima fino all’imbocco di un canale orrendo con masso incastrato.

Per motivi lavorativi mi sono dato un tempo. Per mezzogiorno massimo devo essere in vetta. Da qui, mi mancheranno ancora 250 metri e sicuramente sono fuori via. Quindi dietrofront.

Anche la discesa non è facile ma per fortuna ho lasciato degli ometti per trovare la strada di ritorno. Ometti, che per chi verrà non saranno segnale di retta via.

I precipizi di 1500 metri sopra la Val Zebrù e l’ampio panorama sul gruppo Ortles – Cevedale meritano comunque una visita.

Avrei voluto salire e scendere questa montagna percorrendo la cresta spartiacque. Non esiste descrizione di questa salita su internet (a parte su un sito svizzero), e non vi sono segnali lungo la via. Ho capito poi il perchè…
In un ambiente simil/dolomitico e con una roccia della peggiore specie, trovare la retta via è quantomai difficile. Probabilmente passa da tutt’altra parte rispetto a dove sono salito io. La descrizione dell’itinerario è molto vagae va presa con le pinze. Probabilmente la neve ancora presente ha nascosto questo fantomatico sentiero degli alpini che porta in vetta.

Consiglio di tentare a fine stagione quando è tutto asciutto e magari pernottando al bivacco Provolino. Quindi per me, non è un addio ma un arrivederci all’anno prossimo.

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