Ambiente garantito (Freney, Brouillard, Noire, ecc…) per una salita storica (chapeau, come sempre in questi casi, ai primi salitori per l’ardire). Oggi condizioni quasi invernali: 2-3 °C all’attacco e nevischio a tratti, per colpa delle stramaledette nuvolaglie che non facevano filtrare gli agognati raggi di sole (previsti da tutti i siti meteo), poi usciti verso le 13 a scaldare roccia, mani e piedi. Primi tiri (per fortuna) facili, dal 5° in poi aumentano verticalità ed esposizione, a tratti niente male. Belli (a mio avviso) il 5°, il 6° e il gelido camino di V+ (o 5c) e un paio di IV in alto (non difficili ma lunghi e logici, e al sole!), delicati per la roccia così così il 9 e 10 (V+ o 5b, a piacimento, ma comunque mica banale) e forzato il tiro della variante col passo di 6a, azzerabile ma mooooolto esposto. Gli spit: (premesso che non l’ho salita prima della chiodatura a fix) ora ci sono, in alcuni tratti non fanno schifo perchè mettere protezioni buone a distanze decenti non sarebbe stato facile, e sostare appesi a 2 o 3 placchette dorate su tasselli da 12 fa ancora meno schifo, ma ovviamente son cambiati l’ingaggio, la ricerca dell’itinerario (ora inesistente), l’aspetto psicologico, l’avventura; pur non essendo da sottovalutare perchè non è la Sbarua, di certo è una cosa diversa rispetto a “prima”. Noi abbiamo integrato ogni tanto con friend medio piccoli, a mio avviso comunque molto utili su certi tratti.
Scesi dalla normale con 5 doppie su catene Raumer luccicanti (a dx faccia a valle) fino al primo nevaio, poi a sx per traccia (ometti) a tratti esposta, dove serve il piede sicuro (ma ogni tanto c’è un fix giallo per eventuale doppietta).
Oggi in 9, 4 cordate piemontesi: un saluto alle 3 che ci precedevano.
Rifugio accogliente in posizione splendida, bello e pulito, cibo buono e abbondante (anche se non proprio economicissimo).
Con Dani e Jeanpierre.