Il bivacco Rivero fu costruito nel 1887 per volontà dell'avvocato - alpinista Giuseppe Corrà ed era noto come Rifugio della Gura; fu poi intitolato nel 1950 alla memoria di Eugenio Ferreri. Dopo anni di abbandono, è stato ristrutturato in occasione dei 150 anni del CAI per merito di CAAI, GISM e CAI Torino.
Il rifugio Paolo Daviso è gestito fin dal 1962 dal CAI di Venaria.
È dedicato alla memoria del barone valdostano Paolo Daviso di Charvensod, morto in un incidente sull'Uia di Bessanese il 27 agosto del 1921.
La zona è selvaggia, dominata da cime accessibili solo alpinisticamente.
Il sentiero di accesso al Bivacco Ferreri è da percorrere con molta cautela, date le pendenze e l'esposizione. Per questo stesso motivo si sconsiglia di percorrerlo in discesa.
Dalla piazza di Forno si segue la strada che diviene sterrata ed attraversa su di un ponte il torrente Gura. Dopo l’attraversamento si va a destra imboccando una strada sterrata che segue la destra orografica del fiume. Il percorso inizialmente è quasi pianeggiante ma, in breve la setrrata termina e inizia un sentiero che incomincia a salire zigzagando il pendio ricoperto di bassa vegetazione; dopo aver preso quota si affronta un breve tratto pianeggiante a mezzacosta fino ad un masso di notevoli proporzioni sul quale è posta un’indicazione in legno per il Daviso . Da qui si giunge in breve ad un gruppo di vecchi alpeggi posti a quota 1670; il sentiero prosegue a sinistra per arrivare ad una costruzione isolata. Ancora poche centinaia di metri in salita consentono di raggiungere il pianoro della Gura in cui confluiscono diversi rii e torrentelli.
Superato un primo corso d’acqua si prosegue verso il fondo del piano, da dove sulla sinistra si stacca un’esile traccia che in circa dieci minuti volendo conduce al Gias di Lei e al minuscolo lago della Gura (1827 m). Superare un primo torrente su un ponticello metallico artigianale ,e in prossimità del secondo piegare a sinistra (indicazioni sul masso).
L’esile traccia si porta alla base di una bassa scarpata rocciosa che si supera con l’ausilio di corde fisse e catene.. Al di sopra, la traccia si snoda molto ripida fra alte erbe e fitti cespugli; con marcia malagevole si esce a sinistra su pendii sempre molto inclinati ma dove il sentierino sale con più regolarità al Bivacco Ferreri (2207 m), individuabile da una certa distanza per un grosso ometto di pietre.
Il rifugio Daviso è ben visibile in alto verso nord-est.
Dal Ferreri il sentiero prosegue sulla destra con andamento pianeggiante fino a superare due torrenti alimentati dal ghiacciaio sovrastante. Attraversarli ponendo molta attenzione, specie dopo eventuali precipitazioni. Dopo il secondo il sentiero sale verso est con pendenza regolare fino a raggiungere sulla sinistra il rifugio Daviso (2280 m).
Il ritorno si effettua sul sentiero normale per il rifugio, raggiungendo il bel Gias Gran Pian, poi il Gias Milon e ricongiungendosi al sentiero percorso all’andata dopo aver attraversato su un ponticello metallico il torrente Gura.
- Cartografia:
- Fraternali n° 8