Dal piccolo parcheggio di fine strada a Balmarossa, seguire il sentiero che scende verso il torrente, si passa un ponte e si risale sotto un bosco di pini fino ad incontrare un bivio, con sentiero in discesa verso la Sassa; seguire il sentiero in alto che in breve raggiunge e si immette sul sentiero n° 548 che sale alla Capanna Ivrea.
La mulattiera aggira a sx le case e prende a salire fra le felci e poi nuovamente fra i larici fino a quota 1650 m dove si biforca. Il ramo di sx sale alla Casa di caccia del Gran Piano, mentre seguendo il ramo di dx si scende lentamente nel vallone di Noaschetta, chiuso tra le pareti del Monte Castello e del Gran Carro. Si prosegue verso il fondo del vallone tenendosi a sx del torrente. Si riprende a salire raggiungendo con un diagonale a dx l’alpe Arculà 1894 m ed il casotto del Parco nazionale del Gran Paradiso. La mulattiera s’inerpica con numerosi tornanti sulla ripida dorsale soprastante, lasciando sulla dx la presa che incanala le acque del torrente di Noaschetta nel lago di Teleccio. Dopo una lunga salita, un tratto a sx in leggera discesa prelude alle ultime risvolte tra massi levigati che conducono al colletto oltre il quale si apre il piano dell’alpe la Bruna, solcato dal torrente sotto l’altissima bastionata sommitale del Gran Paradiso (a sx la mulattiera per le Bocchette dell’Alpetto e del Ges).
Oltrepassati i casolari inferiori e superiori si attraversa il torrente e si prosegue alla volta del ghiaioso pianoro di Goui sovrastato dalla parete della Cresta dei Prosces e chiuso a nord ovest dalla Tresenta. Ancora una breve salita a dx e si raggiunge l’alpe la Motta fra roccioni levigati in vista dei Becchi della Tribolazione.
Il sentiero entra a mezza costa nel vallone del Gias della Losa, tenendosi a sx del torrente e, superando una bastionata, si affaccia su un pianoro detritico ricco di acque. Il bivacco ben visibile, sorge su un dosso erboso soprastante.
Seguire ora la traccia del vecchio sentiero reale sul retro del bivacco e giunti a costeggiare la lingua terminale di una morena, seguire gli ometti in pietra risalendo la dorsale stessa della morena fino contro un affioramento roccioso, solcato da un canalino, da risalire (ometto in cima al canalino). Seguire sempre gli ometti, risalendo la morena grossomodo in direzione della Punta Ceresole, si raggiunge un piccolo rio, si attraversa e si risale il valloncello in direzione di un piccolo residuo di ghiacciaio, posto alla sommità. Giunti a contatto col piccolo ghiacciaio, deviare a sinistra e risalire su morena che appoggia su placche rocciose poco inclinate, fino a arrivare in vista del colletto alla base della cresta nord-ovest del Deir Vert. Raggiungere il colletto con un traverso in leggera discesa e salire il primo tratto morenico della cresta, piegare poi a sinistra aggirando alla base delle asperità rocciose, piegare a destra salire su pietraia verso la sommità della cresta, percorrere un tratto di cresta fin contro un torrione roccioso; aggirarlo a sud e riprendere la cresta, aggirare ad est una piccola sporgenza e salire su facili rocce, poi occorre scendere un piccolo muretto a sinistra e risalire alle rocce di vetta con triangolino Cai Rivarolo Canavese.
- Cartografia:
- L'Escursionista - carta dei sentieri n. 14
- Bibliografia:
- CAI_TCI Gran Paradiso