Sentiero ben pulito dagli arbusti dall'inizio fino al rio Alpuggio a quota 1520 circa; poi traccia poco evidente e tanta erba alta, ma con grosse tacche di vernice rossa fino agli impianti Aem sul rio Alpuggio a quota 1900 circa. poi assenza di sentiero solo qualche traccia saltuaria e qualche piccolo ometto in pietra. DA PERCORRERE SOLO IN ASSENZA DI NEBBIA!
Lasciata l’auto nella piccola piazzolla di Valsoani vicino alla fontana, seguire il sentiero GTA fino alle baite Mesonette, piegare a sinistra attraversare il rio ed iniziare a salire nel bosco su bel sentiero che con molte giravolte giunge al rio Alpuggio; attraversarlo e seguire le tacche rosse di vernice, aggirando prima qualche cespuglio, giungendo nei pressi delle vicine baite dei Gessi (o meglio Ges). Le tracce ora ci conducono, fra erbe alte e qualche betulla, sopra una serie di dossi erbosi fino alla baita della Balma m. 1861. Ora la traccia punta il rio Alpuggio, lo attraversa e risale il pendio opposto; Giunti ormai in vista degli impianti Aem di sbarramento acque sul rio Alpuggio, alla base di una roccia, vi è disegnata una freccia rossa verso gli impianti: ignorarla! e svoltare a destra salendo il pendio erboso costellato di rododendri. In breve si giunge su una dorsalina dove la pendenza diminuisce, piegando a sinistra percorrere in salita il falsopiano in modo quasi parallelo al rio Alpuggio, superando a destra il panettone di quota 2124, si giunge alle rovine delle baite della Muanda. Proseguire, stessa direzione, superando un paio di piccole gibbosità si perviene al piano superiore della Muanda; percorrerlo in leggera discesa prima e leggera salita dopo, primi ometti, giungendo in fondo del piano. Piegare a destra, seguendo gli ometti si sale un fascia parzialmente erbosa, di fianco ad una pietraia, poi piegare a sinistra alla base delle roccette si giunge ad un minuscolo praticello fra le pietraie; davanti un dosso roccioso, dove sopra si scorge la baita dell’Alpe Terrin. Superare un breve tratto di pietraia e superare a destra il dosso giungendo alla baita. Salire sul retro della baita su delle zolle erbose che risalgono fra piccole formazioni rocciose giungendo ad un piccolo piano ai piedi di una pietraia. Piegare a destra attraversare un piccolo tratto di pietraia e salire il versante erboso fin quasi contro le rocce. Qui si incrocia il segnavia bianco-rosso AVC proveniente dal Vallone di Praghetta. Seguire i segnavia che con alcuni saliscendi ci portano nella piccola conca erbosa alla base del Passo Destrera. Seguire i segnavia che percorrono il ripido versante erboso ai fianchi della pietraia per poi piegare a sinistra con un traverso sul pendio e leggera salita si giunge al Passo Destrera. Dal passo seguire il filo della cresta, su facili placche rocciose ma molto esposte fino al saltino finale che si supera sul filo di cresta, molto esposto, tratto peraltro breve 3÷4 metri, giungendo all’ometto di vetta. Triangolino Cai Rivarolo staccato: si trova davanti all’ometto, in basso nella fessura parzialmente coperto da una pietra per evitare che il vento se lo porti via. Discesa per itinerario di salita.
N. B. In assenza di neve, dal passo, forse è più facile salire la vetta come descritto sull’itinerario “Destrera(Monte) da San Giacomo”.
- Cartografia:
- MU Edizioni - Carta della Valle Soana
- Bibliografia:
- CAI_TCI Gran Paradiso