La qualità della roccia, l'interesse dell'arrampicata e la logica del percorso ne fanno un'ascensione imperdibile per ogni alpinista sensibile al valore storico di un bell'itinerario.
Anche se si tratta di un'arrampicata orientata favorevolmente, è consigliabile partire con attrezzature adeguate alla montagna e prendere tutte le precauzioni necessarie per questo tipo di ambiente.
Dalla prima, l'itinerario ha avuto alcune modifiche. Equipaggiamento completo con set di spit nella prima parte dal percorso tolgono un po' di carattere alla via, ma essendo troppo parziale, non esclude la necessità di completare le attrezzature sul posto. D'altra parte poichè un blocco incastrato nella "fessura Madier", è scomparso, quest'ultimo ha visto la sua difficoltà salire di un livello per raggiungere il 6a+ in libera. Infine, sono possibili numerose varianti e scappatoie in particolare a partire dalla cengia Boell.
Dal rifugio, raggiungere in 5 min, un'ampia scaglia tra le placche inclinate a perpendicolo del tunnel caratteristico dell'inizio dell'itinerario
L1: Scalare questa scaglia e raggiungere una terrazza a destra (III/IV).
L2: Addentrarsi in una placca (IV) nel tunnel per raggiungere una sosta non eccessivamente comoda (IV+/V).
L3 -L6: Percorrere il grande diedro evidente che costeggia da destra a sinistra la parte inferiore della guglia, con quattro corte lunghezze (insieme di V/V+).
L7: Un camino di 40 m conduce alla cengia Boell (IV/V, R7) che si prosegue facilmente verso destra per raggiungere i piedi della fessura Madier (R 7 bis).
L8 -L9: Scalarla con un’arrampicata “pittoresca” in un’ampia fessura, che presenta una traversata a sinistra esposta a mezza lunghezza (V a 6a+, 6a obbligatorio). Raggiungere una buona terrazza (R8). Un diedro (IV poi III) conduce ai piedi delle « Cannelures Stofer », altro passaggio storico che segna la fine dell’itinerario “Madier” (R9).
L10: Scalare le scanalature a perpendicolo della sosta poi uno strapiombo per arrivare su una terrazza a destra (IV+) R10.
L11: Da questa sosta, la cosa più logica è proseguire verso la vetta dalla variante Livanos lasciando la via Boell più facile a destra. Da R10, partire a sinistra (IV), poi traversare in placca (V) fino ad una piccola marcia e percorrere una fessura (V) che permette di raggiungere il filo della cresta. R11 su una bella terrazza a strapiombo della parete W (vista imperdibile).
L12: Da una placca fenduta (V) ed un piano inclinato raggiungere una sosta sul filo della cresta (R12).
L13: Ritornare in parete est attraverso delle cengie per scalare una fessura camino breve ma ripida (IV) che conduce ad una nuova terrazza (R13).
Restare in parete est e seguendo una cengia giungere alla vetta con un ultimo passaggio ripido (III, da 4 a 5 ore).
Discesa :
Della vetta, raggiungere una catena per la calata con una breve discesa in arrampicata sulla cresta N. Effettuare una doppia di 50 m (possibilità di scendere in due doppie più brevi) per giungere all’intaglio tra l’Aiguille Dibona e le Clochetons Gunneng.
Accedere da una discesa in arrampicata facile in traversata discendente alle terrazze della Brèche des Clochetons (3048 m). Scendere per alcuni metri, seguire un ripiano verso ovest con un camminamento sulla neve o in grandi blocchi (ometti) per raggiungere un camminamento facile su cengie e terrazze che conducono alla conca derivata dalla sella W del Soreiller. Scendere il nevaio poi il pendio di ghiaioni che segue (sentiero, ometti) e raggiungere il passaggio che permette di superare facilmente una scarpata rocciosa derivata dalla cresta W di Dibona (segnale). Raggiungere il rifugio con un breve avanzamento in grandi blocchi (1.15 ore).
Materiale specifico:
Casco, corda per la calata, nut e friend (un n° 3½ o 4 sarà molto apprezzato nella fessura Madier), fettucce. Prendersi il tempo per studiare la parete e l’itinerario può essere utile in quanto il numero di vie in cima alla parete rende difficile la ricerca dell’itinerario.Anche con una discesa molto innevata, è preferibile portare una paio di scarpe con sé e scendere per la via normale piuttosto che intraprendere una serie di doppie in parete sud (discesa più lunga, incrocio con altre cordate…).Chiedere informazioni al rifugio sullo stato dell’innevamento.
- Bibliografia:
- Oisans nouveau Oisans sauvage - Livre Ouest