dalla statale che da Colico porta a Sondrio, superato il centro abitato di Morbegno, svoltare a sinistra all'altezza di un ponte in cemento a tre arcate e seguire le indicazioni per S.Martino in Val Masino. Oltrepassato il centro del paese, prendere una traversa verso destra seguendo i cartelli per la Val di Mello. Seguire la stretta strada, che poi diventa di ciottolato e sterrata nel suo termine, fino al grosso parcheggio, ove si lascia la macchina. (ATTENZIONE: nel periodo estivo questa strada è chiusa al traffico; esiste però un servizio navetta che in meno di 15 min. porta alla fine di essa).
percorrere la Val di Mello fin verso le baite di Cascina Piana. Poco prima di esse, all'inizio del grande pianoro erboso e nei pressi di un ponticello sotto il quale scorre un torrentello, abbandonare la mulattiera salendo verso sinistra, puntando al margine del bosco e puntando alla struttura ben visibile. Attraversando più in alto verso destra i pascoli erbosi, il sentiero entra nel bosco e, sempre piegando verso destra, costeggia le prime rocce della parete. Per accedere alla cengetta erbosa dove partono gli itinerari è necessario salire un breve zoccolo di roccette e arbusti. (0h30)
Attacco:
il sentiero di avvicinamento si spegne proprio contro la parete da dove parte la via. La sosta può essere fatta su un alberello posto all' estremità del sentiero.
La via si compone del concatenamento di due vie storiche della val di mello Risveglio di Kundalini e Luna Nascente ….
RISVEGLIO DI KUNDALINI
Difficoltà: VII- (VI obbligatorio).
Sviluppo: 10 lunghezze per circa 390 metri di sviluppo.
Attrezzatura: serie di nuts e serie di friends (fino al 4).
Periodo consigliato: primavera, estate, autunno.
Tempo salita: 4h00/5h00.
Primi salitori: I. Guerini, M. Villa, 1976.
Lunghezza 1, V, IV, 40 metri: spostarsi verso destra in massima esposizione e attraversare fino ad arrivare ad un alberello. Quindi seguire una piccola cengetta e, al suo termine, risalire qualche metro fino ad un comodo terrazzino.
Lunghezza 2, VII- o A0, IV+,40 metri: questo tiro supera il famoso Tetto ad ala di pipistrello che caratterizza la parte bassa della struttura. Verso sinistra, salire qualche metro e traversare ancora a sinistra su piccoli appigli e poi su placca. Usciti dal tetto, proseguire in obliquo verso sinistra lungo la fessura fino ad alcuni alberelli dove si sosta.
Lunghezza 3, V+, IV, V, 40 metri: La serpe fuggente: è forse la lunghezza più bella della via e supera una lunga fessura senza protezioni, ma ben proteggibile. Salire in verticale lungo la fessura e proseguire poi più facilmente. Seguire sempre la fessura che ritorna verticale fino alla sosta.
Lunghezza 4, VI-, V, III, 45 metri: salire in obliquo a sinistra verso il fondo del camino, entrare al suo interno e risalirlo per qualche metro con tecnica di camino abbastanza faticosa, quindi, su buoni appoggi per i piedi, uscire all’ esterno e continuare in verticale fino ad un grosso albero. Rimontare a destra su una placchetta e poi, più facilmente per gradoni erbosi e placca, arrivare e sostare ad un altro albero con dei cordini intorno, proprio sotto la verticale dove comincia l’arco che caratterizza la struttura.
ATTENZIONE!!! Lunghezza non facile e pericolosa nei suoi primi 15 metri, in quanto poco proteggibile (è possibile usare solo un paio di friends del 4 e superiori da inserire nel fondo del camino. Ricordarsi di allungarli bene per evitare attriti). E’ utile, però, spezzare in due questo tiro, sostando al grosso albero dopo il camino in modo da aiutare il secondo di cordata, soprattutto se munito di zaino.
Lunghezza 5, V, VI 40 metri: salire la placca verso destra per qualche metro fino alla base di un diedro. Risalirlo in verticale fino a prendere la fessura di fondo dell’arco e, seguendola, superare una placchetta fino ad un comodo terrazzino dove si sosta.
Altro tiro molto bello e abbastanza impegnativo, ma ben protetto con chiodi normali, da verificare, e ben proteggibile nei pressi dell’arco.
Lunghezza 6, V, 40 metri: seguire, con arrampicata piacevole e mai difficile, tutta la fessura di fondo dell’arco fino ad una grossa scaglia dove si sosta. Recuperare in questo punto il secondo e poi calarsi di circa 10 metri obliquando a destra (faccia a monte) fino alla sosta sottostante.
Lunghezza 7, III, IV, 40 metri: traversare in orizzontale verso destra, con i piedi su fessura prima e su buoni appoggi poi, per circa 30 metri, quindi, in obliquo sempre verso destra, fino ad un terrazzo con un albero dove si sosta.
Lunghezza 8, V+, IV, 40 metri: sempre andando verso destra, salire in placca ad una gronda. Superarla nei pressi di uno spuntone orizzontale e traversare in orizzontale a destra fino ad un grosso albero sul quale si sosta.
Lunghezza 9, IV, VI, 30 metri: risalire la placca sovrastante fino ad uno spigolo, superarlo a destra e, in massima esposizione, risalire la fessura fino ad un diedro poco marcato. Quindi in verticale per 5-6 metri si arriva alla placca sulla quale si sosta.
ATTENZIONE!!! Tiro un po’ ostico, in quanto se NON si allungano bene le protezioni nei pressi dello spigolo, la corda fa fatica a scorrere. E’ possibile, però, fare sosta su 2 chiodi all’altezza del diedro poco marcato. Nonostante tutto, questa è una lunghezza molto bella e ben chiodata.
Lunghezza 10, V+, IV+, 35 metri: dalla sosta andare verso destra prima in placca e poi in fessura fino ad arrivare al bosco all’uscita della via. Sostare su albero.
LUNA NASCENTE
Difficoltà: VII (VI obbligatorio).
Sviluppo: circa 350 metri.
Attrezzatura: serie di nuts e friends (anche un friend da 13 cm, misura a camme aperte).
Tempo salita: 4h00/5h00.
Primi salitori: A. Boscacci, M. Ghezzi, G. Milani, Settembre 1978.
Lunghezza 1, V, VII o A0, 20 metri, 1 chiodo e 1 nut incastrato: dalla piantina, sulla quale si sosta, innalzarsi in verticale fino ad arrivare sotto ad un tettino da cui parte una piccola fessura obbliqua verso dx. Tramite essa, con l’aiuto di un chiodo e di un nut incastrato, salire in verticale fino a entrare nel camino formato da “La Porta del Cielo” con la parete. Risalirlo qualche metro fino ad uno spuntone con dei cordini sulla quale si sosta.
Lunghezza 2, V+, VII- o VI/A0, 20 metri, 5 chiodi: spostarsi ora verso sx, puntando il fondo della grossa lama (è possibile anche recuperare il proprio secondo in questa posizione e farsi assicurare in vita, in quanto lo spazio è ridotto ed il tiro è abbastanza protetto). Da qui salire in verticale fino a raggiungere il fondo dello strapiombo fessurato e spostarsi verso dx in orizzontale fino al suo termine e quindi in verticale alla sosta.
ATTENZIONE!!! La sosta è molto scomoda, quindi evitare il sovraffollamento.
Lunghezza 3, V+, 30 metri, 1 chiodo: salire in verticale per la fessura e all’altezza della sosta andare verso dx per qualche metro, su piccoli appoggi, fino ad essa.
Lunghezza 4, V+, VI+, VI obbligato, V+, 40 metri, 3 chiodi: proseguendo ancora in verticale per qualche metro, si punta ad uno stropiombino che si aggira verso dx. Quindi nuovamente in verticale lungo la fessura, fino ad arrivare all’altezza di uno spuntone con cordini, dove, per piccoli appoggi verso dx, si sosta.
Lunghezza 5, V+, VI-, 40 metri, 3 chiodi: riprendendo ancora la fessura verso sx, la si segue fin sotto un tetto che si aggira a dx. Quindi in verticale fino alla sosta.
Lunghezza 6, VI, V, 45 metri, 1 chiodo: risalire la fessura per una decina di metri, quindi puntare verso sx ad uno spuntone con cordini, da cui ci si fa calare qualche metro fino ad arrivare con i piedi ad una piccola cengetta sulla lama staccata che caratterizza questo tiro. Per essa si attraversa la lama e raggiunto il suo bordo sx lo si risale (assicurandosi con il friend da 13 cm) fino alla sosta.
Lunghezza 7, IV, V, 45 metri, nessun chiodo: a questo punto le difficoltà della via si abbassano di almeno un grado, ma per questo non sono da sottovalutare i prossimi tiri. Risalire in verticale la bella fessura fino ad arrivare alla sosta nei pressi di un alberello morto.
Lunghezza 8, III+, 40 metri, nessun chiodo, possibilità di proteggersi solo circa a metà tiro con un nut: a questo punto è possibile uscire in verticale con 2 tiri in placca con difficoltà di V+ oppure (consigliato) spostarsi in orizzantale su roccia con appoggi fino alla sosta nei pressi di una fessura obliqua verso dx.
Lunghezza 9, V+, V, III, 60 metri, 1 chiodo: risalire la fessura per una decina di metri, fino ad un chiodo, quindi, in placca, verso sx puntando gli alberi alla sommità della parete.
ATTENZIONE!!! Se si hanno corde da 50m, il secondo di cordata, alla fine della corda, dovrà staccarsi dalla sosta e proseguire in conserva, finchè il primo non lo assicurerà agli alberi citati in precedenza.
Discesa:
dalla sommità della parete salire per piante, piccoli arbusti e roccette finchè si nota sulla dx l’imbocco del canale di discesa (alcuni grossi massi posti in verticale ed ometto ad indicare il passaggio). Scendere lungo il canaletto con attenzione (alcune placchette rocciose) finchè è possibile attraversare verso sx nel boschetto lungo il quale si ritorna, per tracce, alla base della parete. (0h50)
- Cartografia:
- Kompass, foglio 92 - Chiavenna, Val Bregaglia - scala 1:50.000
- Bibliografia:
- Maspes G., Miotti G., Masino, Bregaglia, Disgrazia - Montagne per 4 stagioni