- Accesso stradale
- in auto poco (molto poco) sopra la Vachey
- Osservazioni
- Visto valanghe lastroni esistenti
- Neve (parte superiore gita)
- Primaverile/trasformata
- Neve (parte inferiore gita)
- Farinosa compatta
Gita effettuata in due giorni ( venerdì 21 su sabato 22).
Avvicinamento al bivacco Fiorio lunghetto. Il canalone di accesso al Col du Petit Ferret è ripido, estesamente coperto da coni di valanga ma complessivamente sicuro. Alla fine di questo canale occorre effettuare un traversone verso sinistra di un centinaio di metri: qui, causa l’esposizione,la neve è decisamente marcia ed è opportuno prestare molta attenzione.
Il bivacco attualmente non è provvisto di fornello per cui è necessario attrezzarsi.
Il secondo giorno la salita dal Fiorio al Dolent è breve ma impegnativa, i pendii sono ripidi e continui. L’ ultimo pendio prima della spalla è più sicuro se salito in ramponi: con gli sci si può salire ma è ai limiti del ribaltamento.
Solo uno di noi tre ha effettuato la salita della cresta finale (Paolo Zola) gli altri due raggiunta la spalla sci-alpinistica si sono stravaccati al sole.
La cresta, a detta dell’ unico salitore, è loffia ed insidiosa. Discesa (inizio ore 10, 20) in splendido firn fino al Col du Petit Ferret poi “sciabile” fino a sotto il rifugio Elena, poi ravanamenti vari su coni di valanga sporchi di terra.
La gita nel complesso è seria, abbastanza faticosa e poco frequentata: eravamo in tre e abbiamo incontrato solo due sci alpinisti svizzeri, solitari, saliti in giornata.
Grande ambiente, grande isolamento, grandi amici di sempre. Una meraviglia, un tempo indimenticabile!!
Paolo Zola, Pierfrancesco Brignolo, Giovanni De Rosa.
PS Pierfrancesco Brignolo in snowboard brillantissimo sui pendii sommitali.