- Accesso stradale
- Raggiungere Pre de Madame Carle, percorrendo tutta la valle di Ailefroide. Posteggio gratuito, pernottamento in furgone tollerato
- Traccia GPX
2 AM Partenza da Pre de Madame Carle
4 AM inizio Glacier Blanc
7 AM Cima Dôme de Neige
8.30 AM Cima Barre des Écrins
10 AM Breche Lory
12.30 AM Uscita Glacier Blanc
2 PM Arrivo Pre de Madame Carle
Sentiero chiaro e ben battuto fino al rifugio Lac Blanc. Da lì seguire gli ometti fino a prendere la morena. Scendere a sx (faccia a monte) sul ghiacciaio da dove parte la ben evidente traccia. La traccia si mantiene per tutta la lunghezza del ghiacciaio sulla sinistra orografica dello stesso.
Quando iniziano le pendenze, la traccia procede a zig zag per evitare i grossi crepacci.
Abbiamo trovato in basso buone condizioni dei ponti di neve, sia in salita di notte che in discesa al mattino (ore 11 circa) ma in rapido deterioramento.
Verso il termine del ghiacciaio la traccia porta verso un breve tiro di ghiaccio (10m) per saltare un grosso crepaccio. In salita abbiamo trovato ottime condizioni e arrampicato con una sola picca a testa. Al ritorno utile il corpo morto presente per assicurarsi e limitare il rischio di caduta nel crepaccio. Utile ma non indispensabile la seconda picca.
Potrebbe esistere una traccia che evita questo tratto zigzagando sulla destra orografoca del ghiacciaio, ma non ne abbiamo verificato la fattibilità.
Superato il tiro abbiamo proseguito traversando verso la sinistra orografica, al fine di aggirare la terminale, trovandoci così sotto la vetta del Dôme de Neige. Saliti in vetta, abbiamo traversato fino alla Breche Lorí, dalla quale abbiamo attaccato la cresta con un passo di III sul primo molare. Presenti cordoni per assicurarsi.
Da lì abbiamo traversato su alcune cengie fino a raggiungere il filo di cresta. La cresta è interamente pulita, consigliabile arrampicarla senza ramponi. Arrampicata sempre ammanigliata ma non banale con alcuni passi di III. Da considerare la quota, l’arrampicata con i guanti e con gli scarponi.
Ci si protegge facendo passare la corda oltre il filo di cresta o, eventualmente con cordini sugli spuntoni. Inutili friend e nut.
Raggiunta la croce di vetta, disarrampicare per lo stesso tragitto. Non difficile il sorpasso e l’incrocio con le cordate in salita.
Raggiunti i cordoni all’inizio della cresta, abbiamo preferito calarci con una doppia, così da evitare le difficoltà e oltrepassare la larga crepacciata terminale.
Ritornati all’auto seguendo pedissequamente la traccia di salita.
In compagnia dell’instacabile Guido Past, siamo stati attratti da due dei pochi 4000 obbligatoriamente by fair mean (no funivie, no motori). Ambiente perfetto per una salita veloce. Abbiamo avuto tutto quello che cercavamo: ambiente selvaggio e incontaminato, il giusto ingaggio tecnico e una buona dose di fatica.