- Accesso stradale
- Dal piazzale della funivia per i piani d’Erna
Partenza con calma da MI arriviamo alla partenza della funivia per i piani d’Erna e saliamo a fuoco fino al passo del Fo dove troviamo alcuni ferratisti (bleah) che però superiamo per raggiungere l’attacco della via che sembra essere libera (giornata nuvolosa e roccia bagnata). Nonostante ci goccioli in testa decidiamo di salire.
L1- Bella e continua, a tratti aggettante con passi faticosi.
L2- Spigolo estetico e ben protetto.
L3- Partenza che si può affrontare a sx in un camino (più facile) o dritto seguendo gli spit con più difficoltà, si raggiunge una cengia e poi si supera una bombatura con passo chiave duro.
In cima sosta su clessidrone, ma meglio proseguire fino all’altro lato della torre dove si trova un anellone.
A questo punto intimiditi ma incuriositi guardiamo la vicina torre Cai per decidere se proseguire su una parete all’apparenza più respingente e povera di prese rispetto a quella che abbiamo appena superato e decidiamo di continuare con un passo in spaccata expo al punto giusto.
L4- Tiro bello ed estetico che inizia con un singolo duro e prosegue in traverso oltre lo spigolo, in un ambiente surreale compresso tra la parete della torre e quella della bastionata, dal quale sento solo le imprecazioni di Ciac che si trova a fare le sue magie su un passaggio con prese verticali di per sé già non banale e bagnato.
L5- parto da sosta scomoda e appesa su buone prese illudendomi sulla facilità dell’ultima lunghezza per poi realizzare al terzultimo spit che da qui al bordo tocca faticare su buchi non buoni e orientati in direzioni scomode per poi rimontare e raggiungere la sosta.
In cima alla torre ci concediamo un meritato riposo scorgendo a tratti tra le nuvole il panorama circostante per poi calarci sul lato sud (catena con anello) sulla via Federica o Ruchin, dalle quali con 2 calate siamo alla ferrata che seguiamo in discesa fino all’attacco.
Da qui discesa che giustamente sbagliamo seguendo le indicazioni per i Piani d’Erna (effettivamente stavamo salendo troppo) e ritorno (sempre giustamente) col buio.
Le condizioni della giornata non erano top, ma grazie alla capacità e all’affiatatezza con il socio Ciac ci portiamo a casa la nostra prima via sul Resegone e una grande scalata