Bellissima cresta solida ed omogenea nelle difficoltà. Per l’accesso dal col d’Eveque è necessario risalire il dosso per sfasciumi e neve. Al momento la prima parte di cresta più appoggiata è ricoperta di neve: si sale con i ramponi a sinistra in traverso riportandosi sul filo all’altezza del risalto arancione che inaugura la sezione più verticale (da aggirare a sinistra inizialmente). Da lì gran cavalcata mai veramente esposta se non in un breve tratto sotto la vetta. Delizioso il diedro di IV (un passo) intiepidito dal sole.
La discesa avviene sulla cresta di grossi blocchi non del tutto stabili della normale e poi giù da un ripido pendio di neve attualmente in ottime condizioni. I pochi crepacci del ghiacciaio sottostante sono facilmente evitabili senza allargare troppo la traiettoria. La risalita al col d’Eveque nel caldo asfissiante del mezzogiorno può risultare davvero onirica… Nel complesso gita che richiede discreto impegno fisico soprattutto per i lunghi spostamenti su neve che al pomeriggio smolla (la copertura è quasi totale da poco oltre il rifugio Nacamuli).
Bella accoglienza in rifugio e meravigliose ambientazioni tipiche della Valpelline e dei ghiacciai che la ornano. Oggi i piedinalto al completo con l’ottima compagnia del promettente Fabio.