Si risale al meglio il pendio sulla sinistra orografica di un ruscello da cui prende acqua l’alpeggio sottostante. Con lunga salita, cercando di evitare le pietraie, si arriva ad un pianoro disseminato di grossi massi, in faccia al quale si staglia il Colle Berrio, con la caratteristica elevazione che gli dà il nome (“berrio” = “pietra”, in patois), posto tra il Monte Berrio a sinistra e la Tête Bonin a destra. Addentrarsi nel dedalo di pietra, in passato evidentemente coperto da un bianco mantello di neve, e risalire verso destra (Est) un canale detritico, che conviene trovare ancora occupato da nevai, tramite il quale si giunge al Col des Clocherots, caratterizzato da un tozzo gendarme, che si trova tra la Punta Fiorio a sinistra e la Punta Amé Gorret a destra. Risalire verso sinistra roccette instabili e canalini detritici che portano ai piedi di un torrione giallastro. Lo si contorna verso destra e si risalgono i ripidi pendii successivi (di solito nevosi) che portano, tenendosi sulla destra, ad un risalto che porta ad un intaglio, appena sotto la vetta. Si risale questo risalto (diedro, III+); dall’intaglio si supera un breve salto (IV) che porta sul filo di cresta; in breve alla vetta. Per la discesa, un chiodo permette di scendere in doppia i pochi metri sopra l’intaglio, dove si trovano cordoni e maillon per la doppia del diedro. Al di sotto, cordini qua e là permettono qualche doppia.
- Cartografia:
- Carta Kompass 87 - Breuil - Cervinia - Zermatt. Carta IGC La Valpelline
- Bibliografia:
- Guida dei monti d'Italia - Alpi Pennine 1