Il salto è di poco meno di una decina di metri e presenta un primo tratto ben articolato ma poi il resto sparisce dalla vista. Possibilità di una doppia ma da valutare la qualità della roccia piuttosto scadente, arrotondata e sfuggente.
Comunque non impossibile per i più esperti di me. In presenza di neve come oggi, con piccozza e ramponi possibilità di effettuare un traverso esposto sul versante N che corre parallelo alla cresta, per uscire direttamente alla sella prima delle roccette finali.
Lascio la valutazione, la fattibilità e l’integrazione della descrizione completa ai più capaci di me, se mai ci sarà qualcuno interessato a questa cima poco interessante. Pointe du Fond Rosset sulla GMI: una punta che non è nemmeno considerata un satellite del vicino Charbonnel, che non offre nessuna importanza alpinistica di rilievo, se non come mero avvicinamento all’attacco della cresta SO del Charbonnel.
Il suo accesso si svolge su lunari sfasciumi, senza tracce o sentieri godibili.
Una punta piena di difetti che giustifica ampiamente la sua scarsa frequentazione. Il panorama è comunque superbo, anche se limitato dalla vicina enorme mole dei versanti S e O del Charbonnel.
Abbraccia l’intero sviluppo del vallone del Ribon con tutta la cresta che dal Rocciamelone va fino al Signal du Gr. Mont Cenis, passando per la Roche Michel, Lamet, Roncia.
In lontananza il Monviso, il Queyras, uno scorcio di Ecrins, Vanoise, Massiccio del Monte Bianco. Consigliata a chi non teme la solitudine, l’ambiente selvaggio poco frequentato, non patisce se il panorama non è a 360° e se la vetta non è per nulla blasonata.
Necessario ottimo meteo poiché lasciata la sterrata, il resto del percorso non è segnato. Utile la MTB per la sterrata del Ribon, risparmiando almeno 3 belle orette di cammino.
Si imbocca la sterrata che subito ripida, a destra si inoltra nella Vallée du Ribon (utile la MTB, specialmente per il ritorno). Poco oltre Jaffa, in corrispondenza delle Ruine Le Ribon, a sinistra è evidente il marcato intaglio del Ruisseau de Saulcier (se si è saliti in mtb la si può lasciare dietro all’unico grosso masso nei pressi del ruscello del Saulcier).
Si risale il ripido pendio sulla sinistra idrografica del ruscello e quando la pendenza si abbatte, dirigersi in traverso (tracce di animali) in prossimità del Ruisseau (costruito un ometto) e risalire l’intero impluvio, costeggiando il ruscello sulla sinistra idrografica.
Alla sommità dell’impluvio, appena questo si apre ad imbuto (2660m ca) e si ha di fronte la parete Ovest del Charbonnel, si piega leggermente verso destra (dir. SE), continuando a risalire i pendii erbosi.
Raggiunta la Quota 2736, senza percorso obbligato si raggiunge l’ampia cresta SO e la si risale interamente stando sull’ampio filo, dove lo scisto marcio è migliore.
Superato un ripido dosso, si perviene sulla spalla nei pressi della primo torrione, superabile credo con passi di PD.
Volendolo aggirare, verso i 3300 m ci si sposta sul ripido pendio sospeso del versante S (costruito ometto) e con un traverso ascendente su terreno un po’ delicato, aggirato il torrione si risale un canale di detriti mobili e sfasciumi fino a riprendere il filo della cresta.
Si prosegue a destra e, in piano e con brevi saliscendi, si raggiunge il suo termine quotato 3375 (GMI).
Segue la discesa del passo chiave da integrare per la descrizione completa fino alla vetta.
- Cartografia:
- IGN 3634OT – Val Cenis Charbonnel