Nella parte superiore interseca il Vajo Breve per poi raggiungere la cima tramite un’angusta fessura che porta al pendio finale.Pur presentandosi tecnicamente come un itinerario di media difficoltà non è comunque da sottovalutare, necessita infatti di una discreta esperienza alpinistica e psicologica soprattutto nelle prime 3 lunghezze.
Sviluppo di 350/400m circa, difficoltà d’insieme D+, difficoltà massima IV+/M4 , roccia tipica delle Piccole Dolomiti, discreta a tratti più compatta.
Le soste nei primi 2 tiri sono state attrezzate a chiodi con cordone per calata, sono stati lasciati inoltre 6 chiodi di progressione nelle prime 3lunghezze, oltre a quelli usati per le soste.
Proseguire per Campogrosso e parcheggiare l’auto nei dintorni dell’omonimo rifugio. Seguire quindi il sentiero (CAI 157,E5) per il Boale Dei Fondi. Risalire per un centinaio di metri il boale puntanto, verso sinistra, all’ evidente diedro tra il Torrione Dei Fondi e la “Parete Dei Fondi”, in corrispondenza del quale si trova l’attacco.(1ora e 15minuti)
Dalla base del grande diedro (nel quale si sviluppa la via Magrin-Rossato dell’81) risalire il conoide di neve con pendenza di 40°circa (dipende dalle condizioni d’innevamento) per poi obliquare verso destra seguendo la linea più logica caratterizzata da una serie di piccoli diedri e rocce gradinate ove la verticalità è minore, rimanendo a circa una decina/quindicina di metri dal gran diedro, fino a raggiungere la prima sosta (3 chiodi oltre a quelli di sosta, con buone possibilità di integrare ulteriormente con prot.veloci. Sosta su 3chiodi attrezzata per la calata, 40°, IV/M4, 40m).
Rimontare la sosta con passo atletico leggermente verso destra, per poi salire verticalmente la parete con linea diretta che porta con difficoltà minori al principio dell’evidente cengia.Seguirla verso destra per una decina di metri fino alla comoda sosta. (1 chiodo con buone possibilità di integrare ulteriormente con prot.veloci. Sosta su 2chiodi con libretto di via, IV/M4 e III, 40m)
Ora si affronta sicuramente la lunghezza più caratteristica dell’itinerario: si percorre interamente la sempre più esile cengia che tramite un esposto traverso permette di uscire dall’aperta parete raggiungendo il pendio di neve sovrastante. (2 chiodi, sosta su mugo, passi di II esposto, 40m)
Risalire il primo nevaio obliquando leggermente verso sinistra e puntando ad un corto canalino più verticale che conduce al secondo nevaio, in prossimità del Vajo Breve.(Possibile sosta su mughi, 50°/60°, passo 70°)
Da qui immettersi con un piccolo traverso verso destra nel Vajo Breve, quindi risalirlo per poche decine di metri fino a quando si affaccia sul Vajo Invisibile.(40°)
Qui si sviluppa un’evidentissima fessura di circa 15m la quale si supera con abile arrampicata in contrapposizione(consigliabile affrontarla senza zaino) terminando in un canalino più appoggiato. (Sosta su mugo con cordone, IV, 60°)
Risalire quindi il pendio finale con percorso non obbligato fino la vetta, dalla quale in pochi minuti si raggiunge comodamente Bocchetta dei Fondi (40°).
E’ possibile evitare la lunghezza della fessura proseguendo a destra per il Vajo Breve oppure per un bel ripido canalino ancora più a destra(uscita variante Vajo Breve).
DISCESA:
Da Bocchetta dei Fondi discendere il Boale Dei Fondi tramite il sentiero CAI 157,E5 che riporta comodamente a Campogrosso.(1ora e 15 minuti circa)