Superata la borgata Fei, la mulattiera, si diparte a sinistra, marcata con tacche blu, sale piuttosto ripidamente fino a raggiungere la borgata Mesonette (q. 1041) immersa nel bosco e ormai decadente. Superate le case (pilone votivo sulla dx) il sentiero continua ad inerpicarsi in direzione nord finchè intorno a q. 1100 piega sulla sinistra, diminuisce la propria pendenza e si snoda più o meno a mezza costa per un tratto. Percorsi circa 300m la pendenza torna quella iniziale e, superate le case Barrera (q. 1272), si guadagna rapidamente quota con successive risvolte muovendosi sempre nel bosco fino a q. 1506 dove si incontra un bivio. Svoltando a destra si andrebbe alla frazione Meinardi al suo noto santuario di S. Anna (indicato su una pietra in corrispondenza del bivio), prendendo invece il ramo di sinistra ci si muove direttamente verso la nostra meta.
Di qui in poi le tacche del sentiero diventano rosse e meno evidenti per cui è necessario prestare un po’ di attenzione. Dopo un tratto in piano o quasi la traccia svolta decisamente a destra e inizia a salire rapidamente a tornanti fino intorno a q. 1700 quando rivolgendosi a est percorre un tratto in costa a pendenza moderata fino al gruppetto di baite q. 1755. Subito dopo i primi edifici il sentiero piega a sinistra (N) e attacca abbastanza direttamente il pendio. Le tacche rosse sono in questo tratto ancora meno evidenti che nel precedente per cui è facile perderle, ritrovarle e riperderle.
Fortunatamente ci si trova ormai fuori dal bosco, la visibilità è ottima ed è facile muoversi anche senza seguire una traccia obbligata. Prendere come riferimento un evidente gendarme di pietre accatastate che diviene presto visibile. Tenendo quest’ultimo sulla nostra sinistra si risale il prato in pendenza e si giunge ad un nutrito gruppo di baite (q. 1917) dell’Alpe Giua inferiore.
Si prosegue a salire verso nord-ovest, tralasciando a destra il Casotto del Guardaparco, giungendo in breve all’alpeggio di quota 2000 circa (Alpe Giua superiore), su sentiero ora più evidente, superare le baite a sud e seguire il marcato sentiero verso ovest fin sotto un primo spuntone, subito dopo al bivio salire a destra puntando alla depressione a monte dello spuntone.
Salire brevemente la dorsale erbosa e seguire un sentiero ( in realtà è la sede dell’acquedotto delle baite) che con percorso pianeggiante taglia, sul versante Piantonetto, il fianco N-E di quota 2220. Percorrere detto sentiero per circa trecento metri; ora a sinistra risalire un poco marcato canale di erba e rododendri, su leggera traccia di animali, che risalendolo porta ad un colletto subito a monte della vetta.
Dal colletto, salire verso nord-ovest una facile dorsalina erbosa che termina ai piedi di una pietraia; si reperisce una lieve ma visibile traccia di camosci, molto numerosi nella zona, e si risale la pietraia, si aggirano dei torrioni rocciosi, versante Piantonetto, si spunta nuovamente su dorsale erbosa si aggira ora su versante sud una formazione rocciosa poi si sale verso nord a riprendere il versante Piantonetto, che con largo giro raggiunge un bel canalino erboso poco inclinato che raggiunge la larga cresta sommitale dove facilmente si raggiungono in sequenza prima la quota 2524 e successivamente la quota 2594, che rappresenta la vetta.
Discesa alla vicina bocchetta di quota 2556, discesa sul versante sud al piccolo combetto sottostante, scendere per un tratto sul lato destro, poi con l’approssimarsi dei dossi placconati, spostarsi verso sinistra e raggiungere la comba sottostante.
Giunti nei pressi di un evidente canale per l’acqua, si reperisce una traccia di animali che con una serpentina fra i massi raggiunge il sentiero di collegamento Giuva-Pianpurcetto. Non resta che seguire il sentiero verso Giuva fino a reperire il sentiero di salita, su cui fare ritorno a Fei.
- Cartografia:
- Mu Edizioni - Carta della Valle d'Orco