Quando e’ di terreni inesplorati che si parla, facile immaginare non esista nemmeno un sentiero, che consenta di agevolare sia pur di un minimo, le usuali lunghe e di conseguenza faticose marcie d’approccio a montagne appartate, che proprio a causa delle difficolta’ che in tal senso creano, non vengono in alcun modo prese in considerazione, ma che difficilmente sfuggono all’occhio del curioso e attento ricercatore di sempre nuove mete da salire, a prescindere dalla loro natura ostile o meno che sia.
Prima neve che ci ha consentito l’avvicinamento a questa sconosciuta e isolata montagna, una cosa non poi cosi terribile..sara’ forse l’abitudine.. (tolta la parte bassa, a non dare praticamente mai tregua, nel risalire faticosamente ripide chine erbose, prima di passare alla neve gia’ un po sfondosa, nonostante le fresche temperature dell’alta quota, insufficienti col caldo esplosivo di questi giorni, a garantire un rigelo decente che non c’e’ stato. Il breve tratto di cresta che tutto su roccia (viscida e sfasciumosa) mollata la neve, in meno di mezzo’ora e poi ecco la vetta servita, non giustifica che in minima parte le fatiche del lungo, complesso, e decisamente avventuroso nonche’ faticoso avvicinamento. Fatica aggiuntiva a scendere per neve ormai pappa, e la tentazione di farci trascinare giu’ a valle da una traccia che portava sopra dei salti. Non sempre agire istintivamente aiuta. Morale..risalita di 300m a riprendere il tacciato fatto in salita sulla opposta sponda della gorgia, cosi da portare a sfiorare i 2000 m di dsl. sebbene non previsti in questo caso..pero’ se si sbaglia alla fine qualcosa in piu’ c’e’ sempre da pagare. Meteo da sballo seppur in un contesto di gran caldo non d’aiuto ad alleviare gli sforzi e le fatiche del salire come dello scendere.
Con Tiziana, cose con lei possibili, grazie solo al suo spiccato senso dell’avventura.