Siamo saliti da Pont (Valsavaranche). La gita risulta quindi piuttosto lunga per i kilometri da fare sui piani del Nivolet prima di ricominciare a salire in direzione della vetta. Fino alla croce il percorso non richiede nessuna attrezzatura alpinistica: seguendo i numerosi ometti, le difficoltà non superano mai il I grado, ad eccezione di un unico breve passo di II nel finale. Dalla croce si segue pressochè il filo (o stando appena sul versante valdostano): prima sul facile, I-II grado, fino a incontrare un primo breve salto sulla sinistra (passo III, un po’ esposto, proteggibile eventualmente con friend medio), agevolato da una catasta non proprio stabile di sassi impilati. All’uscita si trova un cordone con fissa attaccata. Sinceramente non abbiamo capito la fissa a cosa serva (forse quando c’è neve), in quanto è veramente corta e porta un muro liscio di circa 2 metri. Proseguendo sempre sul filo un po’ esposto (II) si giunge sul torrione centrale. Da qui si scende agevolvelmente per un canale sulla sinistra (I-II) evitando così di fare in discesa il salto rossastro, più volte citato e fotografato in precedenti relazioni. Si riprende la cresta risalendo facili gradini e si giunge nei pressi di un ometto. Proseguendo lungo la cresta si risale una facile placchetta (II) e si giunge al punto più alto, contrassegnato da un grosso ometto.
Al ritorno abbiamo deciso di rimontare il torriore centrale direttamente (consigliato). la difficoltà è max. III e si riesce a proteggere bene con cordini lunghi e friend medio piccoli (come il resto del tratto alpinistico). Sconsiglio doppie / risalite con fisse di questo tratto.