Non c'é nulla da aggiungere, se non che l'itinerario invernale mi è parso piuttosto esposto a valanghe, con il vantaggio (a parte la discesa in sci) di facilitare la salita al colletto quota 2700m (40° parte alta) che d'estate diventa un colatoio di neve-ghiaccio su rocce lisce e pietrisco pituttosto sgradevole, soprattutto in discesa (direi difficoltà almeno F+).
Per il resto direi gitone preferibile in questo periodo per il tripudio di cascate e fioriture.
Raggiunta l’alpe Camino (2010m ed un bel pò di scarpinata, dalle 2 alle 3 ore) per il sentiero n. 5, reperire verso sx (SE) alcuni ometti al di là del torrente, e subito dopo una traccia (segni rossi costanti a giusti intervalli) che risale ripidamente un valloncello sbucando in una radura costellata di massi (quota 2150-2170m, alla sx ripido pendio pietroso, risalibile a vista) ma è preferibile proseguire per il sentiero fino a circa 200m prima dell’incantevole sito dove sorge la storica Alpe Maccagno (prati e molti laghi-laghetti, alcuni parzialmente intorbati).
All’incirca prima di un grosso prato sgombro da pietre, sulla sx si possono notare alcuni ometti (rinforzati dal sottoscritto) su grossi massi che conducono ad una comoda traccia erbosa ascendente in diagonale da dx verso sx che permette di superare gran parte del citato pendio pietroso.
Da lì (ripiano, ottima vista sul Corno del Pallone) risalire alla meglio il successivo pendio di pietre e terriccio puntando verso la testata del valloncello (costituita dalla cresta N del Monte della Meia). Verso quota 2350-2400, nei pressi di una grossa conca pietrosa, risalire scomodamente in diagonale verso dx raggiungendo un pianoro situato sotto la cresta O della nostra meta ed a sx di un evidente promontorio posto davanti la cresta N.
Da lì, volgendo verso sx e costeggiando per un pò la cresta O, risalire la valletta, pervenendo ad una grossa conca (neve fino a stagione inoltrata, ambiente roccioso e severo) e reperire verso dx un pendio-canale che conduce ad un intaglio (ometto) posto sulla predetta cresta O (cfr. se possibile foto di Maffeis).
Voltare a sx e per breve cresta, poi vasto pendio sempre più ripido raggiungere la vetta S (due grossi ometti). Volendo si può proseguire per cresta via via più stretta (rocce lisce) verso la poco più bassa, ma più interessante punta N, superati due intagli ed un risalto intermedio). Vista grandiosa sulla Berretta del Vescovo, sul selvaggio versante N del Cossarello, sull’elegante piccolo massiccio Pallone-Rosso, sul Corno Bianco, ecc…ecc…
- Cartografia:
- IGC 10
- Bibliografia:
- M. Maffeis, scialpinismo Valsesia-Monte Rosa, Blu, it.19