- Accesso stradale
- Ok parcheggio funivie Cervinia.
Percorso ampio anello senza l’uso di impianti. Una lunga gita che ci ha impegnati dall’alba al tramonto con circa 20 km di sviluppo ed oltre 1800 m di dislivello positivo con i vari saliscendi. Giro allargato alla destra dei laghi verso la Gran Sometta e poi al Colle del Teodulo alternando tratti di sentiero e di sterrata, poca neve prima del colle dove non servono ramponi. La salita al Corno Teodulo ci ha piacevolmente sorpresi: primo tratto attrezzato con un vecchio ma ancora efficiente cavo. In alternativa si arrampica bene anche passando su facili rocce di II^ poi per tracce e detriti fino in cima con bel panorama a 360 gradi, un rilievo ingiustamente trascurato. Da sotto appare come un pericoloso pendio di rottami, simile alla gengiva al Dente del Gigante ma nessun problema. Da questa angolazione il Breithorn Occidentale si dà le arie… quasi come un Liskamm! Calzati i ramponi per alcuni tratti della cresta con neve portante alternata a tratti cedevoli ma mai critici, poi rocce rotte e detriti a iosa. Lungo la cresta ci sono tratti attrezzati con cavi e gradini che scendono sul versante sud: sono ferrate di servizio ad accessori che riguardano gli impianti e non vanno considerate, ne abbiamo percorsa una molto verticale per curiosità. La ferrata che sale alla cima la si incontra solo dopo alcune ore di cresta ed è assai breve, la si percorre in circa mezz’ora, pause fotografiche comprese, qui rocce facili e pulite. Nelle attuali condizioni non è agevole scendere direttamente dal ripido pendio sud come si fa in genere in primavera in quanto presente un salto di roccia sotto la cornice, così abbiamo proseguito per un ulteriore km abbondante verso il Cervino fino a trovare un nevaio con primo tratto ripido faccia a monte e tratti con detriti mobili da percorrere con molta cautela. Agganciati poi i vari sentieri e piste siamo scesi velocemente al parcheggio delle funivie. Usato picca e ramponi per alcuni tratti di cresta ma niente corde ed altro materiale alpinistico che pure avevamo precauzionalmente con noi dato che ci sono ben poche informazioni circa questa traversata che può cambiare molto in base alle condizioni, specie per quanto riguarda il punto in cui scendere.
Una gita appagante e completa, alternativa ai soliti quattromila che si salgono da Plateau Rosa. Con Andrea C. l’ing. collezionista di ferrate ormai prossimo a 500.