Nonostante l’attrezzamento con tasselli a espansione la via deve essere considerata terreno di avventura per la necessità di orientarsi e muoversi in ambiente di montagna e di posizionare protezioni veloci e ancoraggi naturali.
Il rientro in corda doppia è possibile ma da prendere in considerazione solo in caso di ritirata.
A piedi avvicinamento in 15': dallo slargo si diparte un sentiero in salita a fianco di una baracca. Percorrerlo per circa 150 metri sino ad ometto di pietra posto sulla sinistra. Sullo stesso lato si stacca una vaga traccia di sentiero che, dopo pochi metri nel bosco, approda in una pietraia. Risalirla per vaghe tracce sino a ricongiungersi a un sentiero una cinquantina di metri più in alto (trattasi di un'antica canaletta per l’acqua). Pochi metri verso sinistra portano alla corda fissa che permette di accedere alla partenza della via. Quota 290 s.l.m.
- L1: 35 metri, 9 placchette, difficoltà crescenti dal III sino al VI+/A0 del passaggio chiave.
La partenza è alla fine del mancorrente. I primi metri sono poco invitanti ma, una volta arrivati sul balcone superiore, le cose cambiano. Si attacca la rampa ascendente verso destra cui segue, sempre nella stessa direzione, una placca inclinata. Un breve muretto permette di ristabilirsi su un comodo balconcino, prima di affrontare il passaggio chiave. Si attacca il diedro aggettante in spaccata con discreti appigli di mano, sino a ristabilirsi su comoda piattaforma a destra. Un delicato traverso a sinistra, leggermente in discesa, permette di raggiungere buone prese per le mani per elevarsi sul soprastante terrazzino. Catena di sosta. - L2: 30 metri, 4 placchette, difficoltà di V- nei primi 10 m, poi facile.
Dalla catena di sosta si risale la rampa ascendente verso sinistra ben appigliata. Si raggiunge un diedro da risalire fin sotto lo strapiombo. Si esce verso sinistra su passo esposto da superare con bel gesto atletico. Dopo il ristabilimento è meglio proseguire per facile rampa (15 metri) sino a fare sosta su buon albero. Nota bene: la catena alla fine del tratto difficile è funzionale soltanto alla discesa in doppia in caso di rientro. - L3: 50 metri, 4 placchette, difficoltà omogenee di III e IV.
Dall’albero di sosta, trasferirsi in piano verso sinistra (faccia a monte) per circa 20 m sino a raggiungere la gengiva dell’evidente spalla rocciosa. Con bella arrampicata di III e VI grado si guadagna la sommità della spalla. Alla fine del tratto roccioso (circa 25 metri) è presente una sosta (2 placchette collegate con spezzone + anello di calata) funzionale per discesa in doppia o ritirata. Meglio proseguire per altri 25 m su pietraia sino a raggiungere un albero con cordone verde e maglia rapida.
Trasferimento di circa 30 metri verso sinistra.
- L4: 15 metri, 2 placchette e sosta su ancoraggio naturale, difficoltà di III e IV-.
Dalla sosta puntare alla soprastante quinta rocciosa e attaccarla direttamente. Sequenza di passi di III e IV grado sino alla sommità con presenza di una placchetta alla partenza e una in uscita. Lungo il tiro innumerevoli possibilità di installazione di protezioni veloci e ancoraggi naturali.
Dalla sosta puntare all’evidente gendarme successivo attraversando al meglio la foresta di mughi per 30 metri.
- L5: 25 metri, 2 placchette e catena alla sosta, difficoltà di III e IV-.
Si parte attaccando la parte inferiore della gengiva del gendarme. Con bella arrampicata e difficoltà omogenee si raggiunge la sommità. Lungo il tiro generose possibilità di installazione di protezioni veloci e presenza di due placchette posizionate in partenza e in uscita.
Dalla quota 400 s.l.m. (catena) incomincia una lunga cresta (circa 150 metri) da affrontare in conserva. La cresta è a tratti leggermente esposta (primi 50 m) e poi via via più facile. Le difficoltà sono valutabili sul I e II grado con molteplici possibilità di protezioni su ancoraggi naturali.
Rientro (45 minuti)
Dalla sella che segna la fine delle difficoltà alpinistiche (quota 425 s.l.m. circa) occorre risalire la spalla boscosa per circa un centinaio di metri di sviluppo e 40 di dislivello. Presenti vaghe tracce di sentiero e vegetazione rada. Si raggiunge quota 465 s.l.m. in prossimità di un grande ometto. Una traccia di sentiero (abbastanza evidente) si diparte verso destra (faccia a monte) e con andamento pianeggiante in poco più di 50 m ci porta a pochi passi dalla torretta di avvistamento ove incrociamo il sentiero di rientro (da imboccare verso destra) di tutte le vie della Rocca dei Faggi. Da questo punto calcolare circa 30 minuti per il rientro alle auto.