Il periodo migliore per effettuare questa salita va da fine maggio a inizio luglio, in stagione più avanzata il canale potrebbe essere secco, più difficilmente percorribile e soprattutto pericoloso. Ricordarsi che il canale prende il sole già di primo mattino, per cui è importante partire presto per poterlo scendere con neve sicura ed evitare problemi.
Dal parcheggio, si prende una stradina che sale sulla destra del lago (indicazioni per il Rifugio Pontese) che va seguita fino al suo termine, dove ha inizio un sentiero che sale sulla destra, superando un bel bosco di larici e prati e prendendo rapidamente quota con una lunga serie di serpentine. Usciti dal bosco, si superano alcune grandi balze rocciose a picco sul lago, e, si raggiunge un ampio pianoro, che in breve conduce al ben visibile Rifugio Pontese m. 2200 (ore 1,00 circa dal parcheggio).
Dal Rifugio si inizia a risalire il Vallone di Teleccio seguendo un sentiero che sale verso destra su terreno pianeggiante, raggiungendo un gruppo di baite, note come Muanda m. 2224 situate su un ampio pianoro. Proseguendo lungo il sentiero, si trascura un bivio sulla sinistra con un ponte (è il sentiero che porta al Colle di Noaschetta) e si continua a destra raggiungendo un altro gruppo di baite, Alpe Muanda di Teleccio 2217 m.
Da qui si prosegue ancora tenendosi al centro del vallone fino al termine dell’ampio pianoro, dove si trascurano le tracce di sentiero sulla destra per il Bivacco Carpano e si imbocca il Vallone di Rio Piantonetto sulla sinistra. Il sentiero qui è poco evidente, è presente qualche ometto, si sale ripidamente su malagevoli pendii detritici (o nevosi a inizio stagione), raggiungendo una specie di terrazzo sotto la fronte del Ghiacciaio di Roccia Viva a quota 2900 m.
Si risale quindi il ghiacciaio volgendo dapprima a sinistra in direzione della parete rocciosa che scende dal Colle della Losa, poi volgendo a destra e salendo quasi in orizzontale non lontano dalle pareti rocciose di sinistra (spesso si trova la traccia sul ghiacciaio) fino a raggiungere l’imbocco del canalino nevoso (visibile solo all’ultimo momento, dalla conoide iniziale) che va risalito.
Si sale quindi il canalino su pendenza costante di 40° sbucando al colletto di quota 3337 m. Dal colletto si sale il Ghiacciaio Superiore di Gay verso sinistra (NO) su pendii di moderata inclinazione puntando ad una selletta situata alla base della cresta finale. Raggiunta la sella, si sale lungo la cresta, costituita da gradoni e blocchi rocciosi, che con passi di facile e divertente arrampicata (I e II) porta alla calotta nevosa della cima.
In alternativa, con innevamento abbondante e neve sicura, giunti sotto la verticale delle cima, poco prima della selletta dove si attacca la cresta finale, si può salire direttamente il ripido versante sud (50 m, 45°).
In discesa si percorre integralmente la traccia fatta in salita, attenzione nella discesa del canalino, possibilmente evitare le ore più calde del pomeriggio.
Nelle giornate di bel tempo la cima è un eccellente belvedere panoramico, con la visuale che può spaziare liberamente dalle Alpi Cozie, Graie, Pennine, Delfinato, ben visibili i Massicci del Rosa e del Bianco.
Prima ascensione nota a questa montagna risale al 14 giugno 1875 per opera di L. Vaccarone, P. Palestrino, A. Castagneri, A. Boggiatto e G. Bricco che salirono dal Colle di Gran Crou per la parete Sud.
- Cartografia:
- Escursionista fg 14 Valle Orco e Granparadiso 1:25.000 / IGC foglio 101 - Gran Paradiso, la Grivola, Cogne - scala 1:25000
- Bibliografia:
- In Cima (78 normali nel Gran Paradiso) - Blu Edizioni