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Raggiunte dalla Macéglia le radure della Pedata del Diavolo lungo tratturi nella faggeta, l’avvicinamento è proseguito in sali-scendi, con le pelli, sempre lungo il filo dello spartiacque Serchio-Reno, poggiando solo qualche metro sul lato Est (dx) a trovare neve farinosa; superati di cresta – con qualche zig-zag solo nei punti più acclivi – il Poggio dei Malandrini e il Poggio delle Ignude, s’è raggiunta la cima del Gennaio verso le 12. La discesa si è svolta dalla spalla Ovest per il fianco Sud-Ovest lungo gli affioramenti di neve indurita con brina di superficie leggermente trasformata (evitate le placche a vento feltrose, sfaldabili, seppur d’esiguo spessore), fino all’altezza del sentiero a mezza-costa per Mandromìni; da qui, rimesse le pelli, si è riattinto il Passo della Nevaia e il Poggio dei Malandrini, donde la discesa è ripresa con curve serrate in neve farinosa per radure e fustaie fino alla vecchia pista di Pratorsi, dove siamo rientrati verso le 14.