La grotta del Genovese contiene graffiti che risalgono a 11-12 mila anni A.C., ovvero alla fase finale del Paleolitico, poco prima cioè che il mare inghiottisse quei lembi di terra che rendevano le Egadi parte integrante della Sicilia, e pitture rislaenti a 5-6 mila anni A.C, o meglio alla fine del Neolitico, quando Levanzo era già un'isola.
Incisioni, graffiti e dipinti preistorici raffiguranti cervi, bovini, cavalli, pesci e figure umane utilizzate rappresentano una documentazione archeologica inestimabile oltre che uno spettacolo assai suggestivo.
Per rmaggiori informazioni consultare il sito :
http://www.grottadelgenovese.it/index.php
All'interno della grotta è vietato fare fotografie e riprese.
A Levanzo percorrere la via principale fino ad incontrare a destra una strada che sale con decisa pendenza verso nord. Percorrerla fino a giungere all’altipiano dove una volta venivano coltivate capperi e ceci.
Proseguire in piano finchè la strada riprende a salire. Ancora iun centinaio di metri e si incontra uon stradello lastricato a sinistra.Proseguendo diritti si va al faro di Capo Grosso. Si percorre lo stradello che fa un ampio arco fra bella flora mediterranea fino al suo termine.
Qui a destra scende ripido un sentiero (cartello) che passando fra la macchia e numerosi nidi di gabbiani raggiunge il sito della grotta posta sotto una paerte rocciosa.
Al termine della visita si risale il sentiero, giungendo di nuovo allo stradello, che prosegue in piano ora trasformato in sentiero. Lo si percorre fra la poca vegetazione, incontrando alcuni fabbricati rurali in disuso. Ottimo panorama sulle isole. Giunti in prossimità della costa, qui molto dirupata, il sentiero scende ripido e poi prosegue con un traverso più dolce verso sud. Si avvista il faraglione di Levanzo, un’isoletta con uno spuntone roccioso. Lo si raggiunge (spiaggia) e si prosegue in piano sul sentiero che dopo poco si trasforma in strada e raggiunge il paese di Levanzo chiudendo l’anello.