Tre stelle dovute al compromesso tra ambiente imponente e severo, circondati dalle pareti del mont Greuvetta verso est e dalla cresta di Tronchey e parete est delle Grand Jorasses che racchiudono il magnifico ghiacciaio del Freboudze, a una prima parte in cui si ravana alla grande per trovare il sentiero e la giusta via visto che a tratti i bolli gialli e gli ometti sembrano scomparire.
Appena passato il ponte in legno sulla dora di Ferret NON farsi trarre in inganno dai segni rossi e bianchi sugli alberi sennò si finisce sul conoide detritico anzitempo, seguire la poderale dove più avanti sembra esserci un certello con le indicazioni per il bivacco. Noi abbiamo toppato alla grande e siamo finiti seguendo sporadici ometti e tracce di sentiero contro la parete sulla destra orografica. Meno male che avevamo letto le relazioni precedenti qua su gulliver! E meno male che ho visto due persone che camminavano sul sentiero sopra il canale attrezzato con corde fisse. Traverso con annessi improperi su rocce montonate e sfaciume a tratti bello ripido per riportarsi sul sentiero giusto che questo sì che è evidente e poi tratto breve, ma intenso, che porta all attacco del canale. Da qui in poi sentiero evidente e poi sugli sfasciumi con percorso mai obbligato ma con ometti ad indicare la direzione. Il fatto di vedere costantemente il bivacco e sapendo che le corde fisse sono quasi sulla sua verticale aiuta nel scegliere la direzione corretta.
Completamente inutili ramponi e piccozza, si pesta neve per 20 metri contati. Per la discesa a mio avviso è sufficiente disarrampicare con l’ aiuto delle corde fisse. Al ritorno sul conoide speranzosi e anche incuriositi di sapere dove passava il sentiero seguiamo fedelmente bolli e ometti e ci ritroviamo di nuovo nel bel mezzo del nulla in un mare di pietre: fortuna che eravamo a 10 min dalla macchina! E come al mattino sono scesi tutti i santi del paradiso.
Forse il grado di F+ mi sembra troppo, direi più un EE/F, ma dipende anche il grado di confidenza con questo tipo di terreno. La gita merita assolutamente per l’ambiente e per lo strano periodo ha un sapore ancora più di avventura e non eravamo gli unici matti in giro da queste parti! Complice il meteo favoloso al Gervasutti eravamo in una ventina tra italiani e francesi.
Saliti in 3 ore e spiccioli con annesso ravamento e con zavorra nello zaino (corda e ramponi inutili).
In compagnia di Renzo di nuovo insieme per i monti a sparare vaccate dopo il Granpa di quest estate.
Un saluto alla coppia di torre pellice e a tutti i ragazzi incontrati al bivacco.