Il dislivello complessivo della gita, dalla barra sulla strada dove si parcheggia, è maggiore di circa 250 m di quanto indicato nella descrizione e la lunghezza dell’itenario è sicuramento spropozionato se rapportato all’esiguità della cresta (nel senso che non sceglierei questa cima per la sua cresta). Il sentiero fino all’attacco della cresta è completamente escursionistico e alcuni tratti sono anche molto belli a livello paesaggistico. L’ambiente soprattutto in quota ha un aspetto molto selvaggio. La cresta di per se è molto breve e sostanzialmente facile a parte una breve paretina da discendere (II grado ben appigliata). Nella discesa anziche sendere fino a Troncea ci siamo tenuti alti nel bosco per poi scendere all’altezza del parcheggio della macchina. Nel complesso direi che è stata una gita piacevole ma non bellissima.
La giornata è stata caretterizzata da un tempo variabile e le nuvole non ci hanno permesso, a me Flavio e Walter (a me non solo quelle visti i miei nauseabondi avvitamenti intestinali)di godere appieno della vista dalla cima che si intuisce essere notevole. L’assenza di sole, invece, ci ha ugualmente consentito di arrivare a casa tutti rossi come peperoni.
Molto interessanti anche i resti della vecchia miniera di calcopirite.